«Napoletani, meritate le scuse dell'Italia»
Il popolo dei grillini colorato e pacifico, da Napoli, da piazza Dante, ha gridato forte il suo dissenso. Lo ha fatto contro il malgoverno, affermando il suo no agli inceneritori e i suoi sì alla raccolta differenziata «porta a porta» («L'unico "Porta a porta" che tolleriamo - è scritto su uno striscione - è quello della raccolta… le Vespe che ronzano attorno al miele del Palazzo non ci interessano»), al trattamento meccanico di riciclaggio, all'apertura di siti di compostaggio e al riciclo e riuso dei rifiuti.
I Meetup «Amici di Beppe Grillo», giunti da tutt'Italia, gareggiano con i propri striscioni, originali e divertenti. «Da Lecce con Furore, rifiutiamo l'inceneritore». «Bassolino e Iervolino non siete più riciclabili. Via. Firmato i grillini bolognesi ».
E ancora, sotto il balcone degli uffici di un Tullio Pironti affacciato e divertito, svetta: «Ultime dalla Lombardia. Ci pigliamm 'a munnezza, si vi pigliate 'a Formigoni"» E sotto il ritratto di un Troisi d'annata si legge: «Ricomincio da tre: riduco, riuso, riciclo».
Il tutto al cospetto dello sguardo vigile e chissà, forse divertito, della statua del sommo poeta Dante, per l'occasione anche lui coinvolto attivamente, con tanto di mega sacchetto dell'immondizia, stretto nella mano sinistra. Di lato una lunga scritta «Differenziamoci ».
«Questa giornata napoletana rappresenta un evento epocale », ha affermato Beppe Grillo. «Ragazzi né di destra, né di sinistra che organizzano autotassandosi, una cosa del genere è sintomo che qualcosa sta cambiando nell'informazione. Io vi chiedo scusa e lo faccio a nome di quella parte dell'Italia che non vi tratta da cialtroni e camorristi. Vi chiedo scusa per questa emergenza rifiuti voluta e decisa a tavolino dalle banche, con politici che fanno loro sono da maggiordomi. Per questo sono a favore dei serial killer nel Governo. La camorra ha fatto solo manovalanza, è troppo intelligente, non avrebbe mai attirato l'attenzione del mondo e dell'esercito».
Intanto la piazza è una sorta di «Carnevale del dissenso ». Clown, saltimbanchi, trampolieri, pulcinella, si aggirano tra i punti informazione di Greenpeace, Wwf, Ingegneria senza frontiere, Banchi Nuovi Mda, mentre gli studenti dell'Accademia di Belle arti, già artefici della scenografia del palco, dipingono maschere sui volti della gente. «Questa è la mia città - commenta Enzo Gragnaniello dal backstage - la parte bella, quella pulita che vuole realmente provare a cambiare le cose».
Sul palco intanto - mentre padre Zanotelli viene acclamato dalla folla come una rockstar - oltre agli esperti di fama internazionale, gli artisti si susseguono, ciascuno lanciando un proprio messaggio. I Quebradeira da Lecce lo fanno con le loro percussioni, i Peter's Gospel con classiche work songs, Zorama con la sua musica dark-progressive, La Gatta e le Nuove Nacchere Rosse con la loro storia di «militanza», Peppe Lanzetta con la sua Poesia metropolitana, Nello Daniele e Baccini con la loro canzone d'autore, Gragnaniello con la sua arte, Tony Cercola, La Famiglia e Capone con la loro energia, Edoardo Bennato con la sua chitarra e le sue tante storie da raccontare.
Uno striscione apparso in tarda serata recita: «No alle nanoparticelle. No allo psiconano ». «Chi è lo psiconano?», commenta divertito Beppe Grillo. «Il mio psiconano? Ma fate attenzione: anche Topo Gigio Veltroni non scherza».