Fiamme nel Cdr, paura a Giugliano
Giugliano. Non si può entrare, l’area è da mesi offlimits. Zona militare, presidiata da soldati aggiunti alle guardie giurate. Capire cosa succede dentro il terreno del Cdr è difficile. Olfatti più sensibili avvertono un puzzo leggero. Ma tutto avviene nel silenzio e lontano da curiosi: c’è un incendio nel deposito dove vengono ammassate tonnellate e tonnellate di indistinta monnezza da trattare. Non è il primo, forse non sarà neanche l’ultimo. Quasi un record: da cinque anni, con sequenza quasi scientifica, quel marciume da ammassare, trasformare in ecoballe e distruggere, ha preso fuoco in quel deposito. I precedenti portano quasi tutti date estive: agosto 2004, agosto 2005, agosto 2006, giugno 2007. Tra il Cdr di Giugliano e la discarica Resit 2 si sono susseguiti gli allarmi per l’intervento dei vigili del fuoco. Nell’area del Cdr una squadra operativa è ormai stabilmente in servizio tutto il giorno. Tanto che, alle prime fiammelle, è subito partito lo spegnimento. Il fumo è cominciato martedì sera. Una, due squadre, il controllo sulle emissioni chimiche. Tutto vietato alle curiosità esterne. «Ma qualche amico che abita in zona mi ha avvertito di aver sentito salire un cattivo odore - dice Raffaele Del Giudice di Legambiente - Ormai non si può più accedere agli impianti. Abbiamo chiesto più volte un controllo sul funzionamento, senza risposta. Certo, negli ultimi giorni c’è stato un incremento di movimento di camion. Il sospetto che gli incendi nascano per eliminare il surplus di spazzatura depositata c’è sempre». Dopo qualche ora, acqua e schiuma hanno avuto ragione delle fiamme. All’interno, il puzzo è insopportabile. I vigili del fuoco lavorano con mascherine e guanti. Rassicura però il caposquadra Giuseppe Muro: «Dai tecnici sono arrivate notizie tranquillizzanti. Nessun pericolo per l’esterno. Nessuna emissione di diossina. Il lavoro è continuato fino alla distruzione di tutti i focolai di incendio». Solo in serata, le squadre dei vigili del fuoco terminano il loro intervento. Misteri sulle cause. Anche se circola una spiegazione pronta per ogni incendio: autocombustione. La grande quantità di rifiuti, in una struttura ad emissione particolari di gas, avrebbe provocato l’incendio. Da una piccola fiammella il fuoco si è poi esteso senza grandi difficoltà in una parte del deposito. «Certe spiegazioni convincono sempre poco, ci sono molti misteri su cosa avviene lì dentro - spiega Pina Elmo del comitato civile nato a Taverna del Re - Il mistero ha avvolto l’accaduto. Come si propaghino le fiamme in una struttura dove liquami e umidità sono estesi resta inspiegabile. Negli ultimi giorni, però, gli incendi di piccole discariche a cielo aperto, con decine di pneumatici, sono stati continui». È la «terra dei fuochi». Ammassi di spazzatura a lato delle strade, abbandono. La grande emergenza di un anno fa è lontana, ma il panorama non è ancora da sogno. Nella notte, sul luogo dell’incendio era arrivato l’assessore regionale all’Ambiente, Walter Ganapini. Soddisfazione per l’intervento rapido dei vigili del fuoco, complimenti. E una lettura sospettosa sull’accaduto: «L’incendio è divampato nella sezione di stoccaggio dei rifiuti organici separati dai secchi. Non è certo usuale che temperature tra i 60 e i 70 gradi, come si sprigionano in tali cumuli umidi, possano dar vita ad incendi». Emerge il sospetto di un sabotaggio. Come e perché sia avvenuto non è chiaro. Anche perché l’area è vigilata dai militari. Ma, anche contro la logica, sostiene l’assessore Ganapini: «La Campania sta operando l’ultimo sforzo per prepararsi alla gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti. Dobbiamo per questo, con grandi sforzi, contrastare i sabotaggi agli impianti che presto saranno trasferiti alle nuove società provinciali con la messa a regime del nuovo sistema». È di certo una fase delicata nel sistema rifiuti: il passaggio dalla gestione straordinaria alla ordinaria. Per questo, ci vuole grande trasparenza. Anche nelle piccole cose. A cominciare dai perché dell’incendio al Cdr di Giugliano.