Dieci impianti ecologici per la raccolta differenziata sono pronti da tempo ma l’apertura si fa attendere

Microisole inutilizzate, ricettacoli di spazzatura

Il Comune non può attivarle, intanto diventano piccole discariche. Calabrese: «Stiamo risolvendo»
12 febbraio 2009 - Alfonso Schiavino
Fonte: Il Mattino Saleno

Un giorno ci toglieranno qualche cruccio. Un giorno risolveranno il conflitto fra l’igiene della città e il disagio di tenere in casa plastica e lattine in attesa del conferimento legittimo (chi abita nei quartieri della raccolta differenziata spinta sa cosa significa). Un giorno le microisole ecologiche sparse per la città potranno accogliere materiali riciclabili in ogni momento della giornata (come adesso le campane del vetro). Un giorno, sì, ma quando? Perché al momento parliamo di risorse inutilizzate - e quindi un po’ disperanti sia per l’attuale indisponibilità sia perché le vediamo diventare ricettacoli di rifiuti. «Stiamo risolvendo, entro un paio di settimane potremo attivarle», assicura Gerardo Calabrese, assessore comunale all’Ambiente. Intanto dobbiamo limitarci ad ammirare le dieci microisole ecologiche. Nove, semiterrate, svettano presso i mercati rionali (via De Crescenzo, via Piave, via Robertelli) e nei quartieri (piazza Gloriosi, via Conforti angolo Dalmazia, via Vinciprova, via dei Mille, via Limongelli, parco Arbostella); una, interrata, si trova a via Roma. Queste attrezzature accoglieranno carta, cartone, vetro, plastica e alluminio; quelle collocate vicino ai mercati, secondo i progetti, potranno ricevere anche la frazione organica. Diversificate per ubicazione, le strutture sono accomunate da una condizione: pronte ma inutilizzate. In verità qualche cittadino intraprendente ha pensato bene di fare un’inaugurazione self-service, tanto inopportuna quanto illecita. In alcuni casi, infatti, le fessure sigillate sono state violate e già ingoiano materiali. «Effettivamente stiamo ricevendo varie segnalazioni», dice Calabrese. Intanto i contenitori restano ufficialmente inattivi. A ben vedere, però, le microisole una loro funzione - perversa - la stanno svolgendo: i fusti ”calamitano” rifiuti di vario genere. Evidentemente le esigenze collettive della nuova raccolta differenziata - magari disagevoli rispetto ai vecchi costumi ma fondamentalmente sostenibili - non convincono proprio tutti. Il guaio è che tanti comportamenti individuali, sommati, diventano fenomeno. Esemplare, al riguardo, lo spettacolo dell’immondizia accatastata presso le microisole e le campane verdi per il vetro. Difficile graduare le responsabilità, in casi siffatti, tra chi sporca e chi non pulisce. «Ci vuole un servizio dedicato di rimozione - rileva Calabrese - e lo stiamo organizzando. Da parte loro, i vigili urbani continueranno a cercare incivili. Che altro possiamo fare?». Giusto. Ma perché ritarda l’attivazione delle strutture? La spiegazione dell’assessore è la seguente. Per svuotare i grandi bidoni serve un camioncino con una gru a caricamento laterale. Il Comune sperava di acquistare l’automezzo, insieme ad altri veicoli necessari per la raccolta differenziata, utilizzando i finanziamenti europei Por. «A settembre abbiamo fatto la gara - ricostruisce Calabrese - ma poi la Regione ha comunicato che i fondi sulla misura specifica erano insufficienti. Perciò ci siamo fermati. A fine gennaio, però, una delibera regionale di fatto ha ”sbloccato” la situazione. Ora le risorse finanziarie ci sono e speriamo di recuperare quella gara per comprare finalmente le attrezzature». Nel frattempo è stata approntata una soluzione tampone: «Noleggeremo un automezzo. Credo che entro due settimane risolveremo». Diverso il caso di via Roma: «Lì c’è un problema tecnico. Al momento del collaudo è andato tutto bene, successivamente, invece, il piano di sollevamento è risultato lievemente inclinato rispetto all’asse stradale, quindi bisogna correggerlo».

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