L'urlo di Grillo: munnezza globale
Dalla torre scaraventa tutti, a Napoli come a Roma. Nessuno escluso: «Questi devono avere paura di noi, entreremo dappertutto, ci dovranno ascoltare e rispondere. Perché noi non abbiamo armi violente, ma abbiamo la Rete, le web-cam». Quindi tutti a casa, li manda Beppe Grillo. «Da Bassolino a Iervolino. Dallo psiconano-Berlusconi a topogigio-Veltroni: che poi hanno lo stesso programma, dicono le stesse cose. Si dovrebbe scegliere l'uno o l'altro per il colore dei capelli?». Il comico conferma: «Io mica vado a votare, e ne sono orgoglioso».
Però le liste Grillo, vidimate dalla Rete, ci saranno. «Si presentano giovani candidati solo alle amministrative e alle regionali. I candidati sono persone che si sottopongono al libero controllo del web. Perché se sei disonesto, lo si scopre subito. La Rete ha memoria, la televisione no. La Rete informa, i tiggì no».
Eccolo Grillo. Torna a Napoli, nella stessa piazza Dante in cui si esibì quasi tre anni fa, tra successo e polemiche. È lui la star del "Giorno del rifiuto", la lunga no-stop organizzata dal Meet-up degli amici di Grillo con la Rete Lilliput del comboniano Alex Zanotelli. Accanto al protagonista, ci sono appunto padre Alex, il professore Maurizio Pallante consulente del ministero dell´Ambiente, il docente e promotore delle Assise di Palazzo Marigliano Alberto Lucarelli, il tossicologo Antonio Marfella. «Fate parlare anche loro, io sono un pazzo... «, dirà spesso Grillo rivolgendosi ai suoi "esperti". E lancia un avvertimento anche ai cittadini: «Qui, se ognuno di voi non diventa commissario di se stesso, non se ne esce. Se in Campania falliscono gente come il commissario De Gennaro, come il generale Giannini e l'ottimo assessore Ganapini, è davvero finita. Bisogna cominciare a fare un passo avanti culturale. Riciclare, differenziare».
Alle 21.10, il fustigatore sale sul palco ed è boato. Un lungo show su rifiuti e politica. La mimica della rabbia, l´alone del guru, i tempi del comico. Al collo sfoggia un portabicchiere di stoffa riciclabile colorata, per dare un segno contro «la follia della moltiplicazione dei rifiuti, ad uso delle multinazionali». «Vi chiedo scusa, cari cittadini campani. Io, se fossi in voi, sarei non incazzato, di più. Farei come nel Kosovo, un bel referendum e mi staccherei da Roma», esordisce Grillo. E va avanti: «Ma come abbiamo fatto a trasformare questo capoluogo e tutta la sua terra in un grandioso spot per la monnezza? Questa è un´emergenza a tavolino, altro che camorra, basta con l'alibi dei boss. In questa crisi c'entrano solo le banche, il gruppo Impregilo, le multinazionali del rifiuto e dei termovalorizzatori. E i politici: che sono i camerieri dei gruppi imprenditoriali». Accentua l´aspetto grottesco, rimette in moto il meccanismo della paura da inquinamento: «Avete le mozzarelle che ormai camminano da sole, per vendere i bei pomodori avete dovuto scriverci sopra "Made in China"». Poi si fa più scuro: «Ma diamine, in questa città c'è un sindaco responsabile della salute pubblica? Da quanto tempo la Iervolino e gli altri primi cittadini della Campania avrebbero potuto fare un accordo speciale, urgentissimo, con tutta la grande distribuzione, vietare l´uso di imballaggi, di usa e getta, di roba inutile?». E giù con i mille esempi virtuosi nella gestione rifiuti, qui e ora, da Reggio Emilia al nord-est. «Ma lo sapete che esistono pannolini per i bimbi che sono biodegradabili ma non usa e getta che costano molto di meno?». Si interrompe rivolto a padre Zanotelli: «E ora tu non sentire... ». Riprende, urlando: «E ci sono, al posto dei tampax e affini che rappresentano il 40 per cento di roba che va in discarica, ci sono dei sostitutivi usati dalle donne in Emilia che si sterilizzano, si riusano. Dipende anche da noi. Siamo noi cittadini che dobbiamo fare un passo culturale in avanti. Scrivetelo».
Ad ascoltare la sua conferenza stampa, che va avanti per quasi due ore e mezza prima dello show serale in piazza, ci sono oltre cento giornalisti, tra cui inviati della Bbc e di altre testate straniere, anche americane. Categoria a cui dà, divertito, il singolare benvenuto: «Con la rete siamo riusciti a organizzare quest'evento enorme, bellissimo, senza nessuno sponsor alle spalle, senza nessun gruppo editoriale alle spalle. Cari giornalisti, vi annuncio che tra poco non servirete più. Bisogna abolire l'Ordine. Ma scusate, io per scrivere devo essere iscritto? Ma sei matto, dico? Ma perché, per fare una poesia devo iscrivermi all´Ordine dei poeti?».
L'ultimo regalo ai napoletani è un sogno: «Un grande museo dei rifiuti, mettete questi vostri 6 milioni di balle che non sono eco, ci facciamo delle passerelle in sicurezza igienica per i visitatori, in realtà ne ho parlato con Renzo Piano, si può fare, a costo zero, capite? Io vengo gratuitamente, faccio i miei numeri, con quei soldi piano piano magari ci liberiamo delle balle... ».