«Il mio ricorso aiuterà il quartiere»
«È l’Assise di Palazzo Marigliano che mi ha chiesto di procedere con il ricorso contro il Piano urbanistico esecutivo di Bagnoli. Credo che la sentenza del Tar possa restituire ai bagnolesi la possibilità di progetti migliori per il quartiere». Ciro Orefice, 52 anni, dipendente di una società di telecomunicazione, nato a Bagnoli e residente a Bagnoli, al borgo di Coroglio, è il cittadino che si è rivolto al Tar dal quale ha ottenuto l’annullamento del piano urbanistico. Con il sostegno morale e non solo dell’Assise, che per Bagnoli vorrebbe solo spiagge e niente porto. Il quartiere della fabbrica dell’acciaio rischia di rimanere immobile ancora un volta? «Non voglio questo, la via giudiziaria - spiega Orefice - è però obbligata. Questo piano del Comune non è risarcitorio per il quartiere che per decenni è stato mortificato dall’Italsider. Il problema è il porto canale, se si fa non ci sarà il recupero completo della linea di costa. E così non va». Orefice non vuole fermare la nuova Bagnoli. Allora perché si è affidato all’Assise? «Non voglio addebitarmi responsabilità che non mi competono: aspettiamo la nuova Bagnoli da 18 anni, ma se ne parla soltanto perché nulla è stato fatto. Non credo che oggi con la sentenza si blocchi nulla. In Germania, per la Rhur, un’area sei volte più grande hanno impiegato tre anni per bonificare e rifare l’intera zona». Quindi Orefice precisa il ruolo dell’Assise: «Ho cominciato a frequentarla molto tempo fa, dicono cose importanti io ci ho creduto e quando mi hanno chiesto di intervenire su Bagnoli, visto che li ho la mia casa, ho deciso di fare il ricorso. Tutto qui.ma sono convinto che al termine di questa storia i bagnolesi potranno avere un quartiere migliore». E l’Assise subito è intervenuta con un lungo comunicato: «Esprimiamo soddisfazione per la decisione del Tar - si legge - la sentenza dà ragione a chi ha sempre sostenuto l’assurdità sociale ed ambientale di questo progetto che ha sempre ignorato il parere negativo espresso dalla Soprintendenza». Vale a dire che con il porto canale si interromperebbe il ripristino della linea di costa, aspetto centrale del recupero della nuova Bagnoli. Per l’Assise il «porto-canale scava nella piana di Coroglio oltre 500 mila metri cubi di terreno per impiantarvi una darsena grande come 7 campi da calcio. Gli interessi dei proprietari di barche, dell’industria nautica, degli imprenditori turistici esigono che venga compromesso il recupero della balneazione anche sull’ultimo arenile di una città di mare che ormai è tale solo di nome».