Padre e figlio titolari di un’azienda di Serino nei guai per traffico illegale Coinvolti sette imprenditori

Smaltimento, indagata ditta irpina

I compattatori sversavano ingenti carichi non consentiti nell’impianto di Colleferro
11 febbraio 2009 - Angela Nicoletti
Fonte: Il Mattino Avellino

Due gli imprenditori irpini, titolari di una società che si occupa dello smaltimento di rifiuti, indagati dalla Procura della Repubblica di Velletri, nel Basso Lazio. Francesco e Gaetano De Feo, rispettivamente padre e figlio, residenti a Serino ed intestatari di una ditta di stoccaggio di via Pescarole, sono accusati di «traffico illegale di rifiuti». In base a quanto accertato dai carabinieri del Noe del comando provinciale di Roma, i due imprenditori avellinesi, insieme ad altre cinque persone, gli amministratori delegati di un Consorzio e due dipendenti di un termovalorizzatore, avrebbero trasportato nell'impianto di incenerimento di Colleferro, situato tra le province di Roma e Frosinone, dei rifiuti non autorizzati. A far scattare l'inchiesta da parte del pm Giancarlo Ciriello, sarebbe stata la denuncia presentata ai carabinieri da un operaio dell'impianto che, nell'ottobre del 2008, si sarebbe accorto del materiale «sospetto» presente all'interno di alcuni compattatori provenienti dall'impianto di Serino. L'uomo, insospettito dall'odore proveniente dai mezzi, ha raccolto un campione di Cdr e lo ha consegnato ai carabinieri. Gli uomini del capitano Pietro Rajola Pescarini e del colonnello De Caprio, «capitan Ultimo», hanno subito avviato delle verifiche sia interne all'impianto che nelle zone circostanti. I risultari delle indagini sono stati consegnati alla Procura ed il Pm Ciriello dopo aver svolto i dovuti riscontri ha iscritto nel registro degli indagati sette persone. Oltre ai due imprenditori irpini, titolari della società «De.Fi.Am. srl» a finire sotto inchiesta sono stati Paolo Meaglia di Colleferro, Stefania Brida di Latina e Marino Galuppo di Pordenone, tutti e tre dirigenti del Consorzio Gaia. Nel registro degli indagati risulta essere iscritti anche Franco Pesasso di Roma e Giuseppe Valentino Zechender di Colleferro. La vicenda ha avuto un ulteriore quanto sconcertate epilogo. Ieri mattina l'operaio che ha presentato la denuncia ai carabinieri si è visto arrivare una contestazione disciplinare da parte dei vertici del Consorzio Gaia. Il magistrato ha così motivato l'iscrizione delle sette persone nel registro degli indagati: «Perchè in concorso tra loro, al fine di conseguire un ingiusto profitto rappresentato dai maggiori ricavi e dalle minori spese di gestione, con più operazioni ed attraverso l'allestimento di mezzi ed attività continuative organizzate presso gli impianti di termovalorizzazione esistenti in Colleferro, ricevevano e comunque gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti».

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