Sit-in dei comitati, dossier degli europarlamentari a Lepore

Missione di Frassoni e Aita poi l’incontro con il procuratore
7 febbraio 2009 - Ferdinando Bocchetti
Fonte: Il Mattino

«L’unica lotta che si perde è quella che non si combatte. Nessuna resa». Con questo slogan i comitati antidiscarica di Marano e Chiaiano hanno risposto all'annuncio dell'apertura dello sversatoio, prevista entro i prossimi dieci giorni, e sono tornati in piazza nel giorno dell'arrivo degli eurodeputati Monica Frassoni e Vincenzo Aita che ieri, insieme alla delegazione istituzionale del Comune di Marano, e al presidente della commissione Ambiente del Comune Carlo Migliaccio hanno effettuato un sopralluogo - più volte richiesto nelle scorse settimane - all'interno della cava. Successivamente i due europarlamentari sono stati ricevuti dal procuratore Giovandomenico Lepore, al quale hanno espresso «preoccupazione perchè l'allestimento del sito non è conforme alle normative, con particolare riferimento alla vicenda amianto e al rischio di inquinamento della falda». La «Marcia per la rabbia degna», questo il nome dato all'avvenimento, alla fine si è trasformata in un sit-in che si è svolto sulla rotonda Titanic. Duecentocinquanta partecipanti, molti dei quali armati degli immancabili cartelloni coloriti, per una mobilitazione che aveva lo scopo di mettere in luce alcune contraddizioni: «Da nove mesi teniamo in scacco il governo - dice Antonio Musella, del centro sociale Insurgencia - e da tempo denunciamo i limiti del piano rifiuti. Lo stanziamento degli 850mila euro per la bonifica dell'amianto, gli allagamenti, gli smottamenti e i recenti sviluppi dell'inchiesta ”Rompiballe” testimoniano che le nostre ragioni sono sacrosante». Le critiche investono la struttura del sottosegretario, ma anche il procuratore Lepore: «Quando denunciammo il ritrovamento dell'amianto, la vicenda venne sminuita - aggiungono i rappresentanti dei comitati - Oggi il procuratore generale è chiamato a giudicare la posizione anche del sottosegretario. Lo stesso Lepore che davanti all'evidenza certificata, documentata e denunciata dal presidio della movimentazione dell'amianto ha deciso di non procedere al sequestro della zona e al blocco dei lavori». I tecnici del commissariato, invece, assicurano «che a breve sarà ultimata la rimozione di alcuni materiali ritrovati a ridosso della cava nella quali c'erano fibre di amianto». Poi, a proposito degli smottamenti e degli allagamenti, dal commissariato precisano che sono state «completate le opere di contenimento lungo la parete rocciosa dove si era verificato il cedimento di un modesto quantitativo di terriccio». Per i prossimi giorni, intanto, si preannunciano nuove iniziative: lunedì un gruppo di manifestanti si recherà in Procura, mentre sabato è prevista una nuova mobilitazione generale.

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