Discarica abusiva: un arresto
San Michele di Serino. Il problema dei rifiuti speciali lo aveva risolto a modo suo allestendo una mega discarica, sprovvista di qualsiasi permesso, in un’area di sua proprietà ubicata in via Nocelleto a San Michele di Serino. Quanto basta per far scattare le manette ai polsi per G.S., 33enne del luogo, che si è visto applicare la sanzione prevista dall’ultimo decreto legge emanato per far fronte all'emergenza rifiuti in Campania. A sorprenderlo sono stati i carabinieri del comando stazione di Serino diretti dal comandante Michele Liccardi. I militari dell'Arma hanno avvistato il 33enne mentre, a bordo di un furgoncino, trasportava diversi rifiuti speciali consistenti in scaldabagni, carcasse ferrose di grossi elettrodomestici ed altri rifiuti solidi ingombranti. Scattato il fermo, l’uomo non ha non ha saputo esibire alcuna autorizzazione al trasporto di quei rifiuti. Da qui l’avvio di una serie di indagini che hanno portato i carabinieri fino nel fondo che il 33enne aveva da tempo adibito a discarica. È stato così che nell’appezzamento di terreno limitrofo alla sua abitazione, sempre di sua proprietà, gli uomini del maresciallo Liccardi hanno rinvenuto una vera e propria discarica a cielo aperto, costituita non solo del cosiddetto ferro-vecchio, ma anche e soprattutto di rifiuti speciali, tra cui batterie d’auto, motori e altre parti di elettrodomestici contenenti liquidi e sostanze altamente inquinanti per l'ambiente. Materiale che, cosa ancora più grave, era semplicemente ammassato sul suolo, senza alcun isolante o soletta in cemento. Da qui l’avvio di una serie di accertamenti anche presso il comune di San Michele di Serino dove è stata confermata la totale mancanza di autorizzazioni. Inevitabile è pertanto scattato l’arresto con il 33enne che è stato tradotto a Bellizzi Irpino in attesa del processo per direttissima che si sarebbe dovuto tenere già nella mattinata di ieri e che, invece, è slittato per uno sciopero. Per questa ragione il giudice ha concesso al 33enne il beneficio degli arresti domiciliari in attesa del processo che dovrà necessariamente essere celebrato nell'arco di quindici giorni.