Ecopadana e l’ombra su Gragnano. L’ex sindaco: io non c’entro

Il giallo della società in rapporti con il consigliere assassinato Serrapica: «Scoprii che qualcuno prese impegni al mio posto»
5 febbraio 2009 - Laura Cesarano
Fonte: Il Mattino

La ricostruzione di alcuni fatti legati ai rifiuti negli ultimi anni, quelli del picco dell’emergenza, sembra rafforzare il filo che legherebbe la morte di Gino Tommasino al mondo degli ecoaffari. Proprio nei giorni della crisi molti Comuni dell’area, alla ricerca di soluzioni autonome per lo smaltimento, valutarono la possibilità di realizzare un termovalorizzatore utilizzando fondi europei. Tra questi, i Comuni dell’area stabiese, Castellammare e Gragnano. A Gragnano, in particolare, un consigliere avrebbe raccolto informalmente la proposta di un’impresa specializzata nella costruzione di piccoli impianti per la trasformazione dei rifiuti in energia elettrica, la Ecopadana.
Michele Serrapica, che da pochi giorni si è dimesso, era all’epoca sindaco di Gragnano.
Che cosa ricorda della Ecopadana?
«Non ho mai avuto contatti con loro, so solo che, per colpe di altri, mi trovai indagato assieme ai sindaci di altri cinque Comuni italiani. Questi appalti di solito si affidano a trattativa privata e forse per questo gli inquirenti volevano vederci chiaro».

Chi dirigeva l’indagine?
«Woodcock».
E come andò a finire?

«Per quello che riguarda me, tutto fu archiviato: Gragnano non aveva affidato alcun appalto, né io avevo mai parlato con esponenti di quell’impresa. Probabilmente, qualcuno aveva promesso qualcosa al posto mio».
L’inceneritore dell’area stabiese alla fine non sorgerà in territorio di Gragnano, come si era inizialmente pensato, ma a Castellammare.

«Sì, nell’area industriale».
E partecipa anche Gragnano?

«Certo, il nostro Comune era interessato fin dall’inizio a trovare una soluzione autonoma ai problemi dello smaltimento».
A che punto è quel progetto?

«Ci sono i fondi, l’ok dell’Arpac e anche dell’Asl».
Lo gestirà la Ecopadana?

«Questo a me non risulta: c’è il progetto e dovrà essere affidato. Cosa che secondo me dovrebbe avvenire con una gara pubblica».
Sembra che Tommasino, che aveva già lavorato alla Mita, la società che gestiva la raccolta rifiuti in alcuni centri dell’area vesuviana, stesse per accettare un incarico importante proprio in seno alla Ecopadana.

«Di questo non so niente».
Che spiegazione si è dato dell’omicidio?
«Nessuna».
È un ambiente spesso corrotto, quello dei rifiuti: interessi fortissimi che, come la storia recente ha dimostrato, finiscono nelle mire della camorra.
«Per questo non ho mai voluto fare altro che gare pubbliche per affidarne la gestione».

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