Carlea accoglie la proposta del vicesindaco: bonifica di spiagge e fondali e messa in sicurezza

Bagnoli, per la colmata rimozione più lontana

Il provveditore: ha ragione il Comune, fondi insufficienti
23 gennaio 2009 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Bagnoli La rimozione della colmata di Bagnoli è sempre più lontana. La conferma arriva dal provveditore alle Opere pubbliche, Donato Carlea, che ha scritto al vicesindaco di Napoli. Era stato proprio Tino Santangelo infatti, come riportato dal Mattino, a lanciare l’allarme sulla mancanza dei fondi per trasferire la spiaggia artificiale dal capoluogo partenopeo a Piombino, in Toscana. Stessa posizione era poi stata assunta dal commissariato alle Bonifiche (guidato da Massimo Menegozzo e dal vice Claudio Cicatiello). Alla missiva, datata 30 dicembre, ha risposto in queste ore Carlea confermando la tesi di Santangelo: secondo il provveditore, per effettuare tutte le operazioni servirebbero 175 milioni di euro a fronte dei 44 previsti nell’accordo di programma quadro (che ne ha invece destinati molti di più al comune di Piombino). Cosa fare, dunque? Carlea accoglie la proposta di Palazzo San Giacomo e sostiene la necessità di procedere per stralci, ovvero per interventi distinti. Si comincerà mettendo in sicurezza la stessa colmata a mare e completando la bonifica delle spiagge inquinate (una parte di queste sono già state ripulite dal commissariato). Tali interventi, del costo di circa 50 milioni di euro, consentiranno ai gestori degli stabilimenti balneari di dire addio ai tappetini verdi artificiali permettendo a napoletani e turisti di passeggiare di nuovo sulla sabbia di Bagnoli. Il secondo step riguarderà la bonifica delle acque attraverso il dragaggio dei fondali per recuperare e rimuovere i sedimenti pericolosi (idrocarburi) e la creazione di una barriera soffolta in grado di proteggere il mare e gli stessi fondali. Per farlo occorrono complessivamente 30 milioni, non ancora stanziati ma in attesa di copertura finanziaria. La terza e ultima fase prevede lo smantellamento vero e proprio e il trasferimento della colmata da Bagnoli a Piombino: in questo caso le spese lievitano e raggiungono i 95 milioni. È su questa cifra che regna grande incertezza, soprattutto in un momento economicamente critico come quello attuale. E allora, visti i rischi e le tante incognite, si procederà con la messa in sicurezza della colmata e le opere propedeutiche alla rimozione. Poi si vedrà. A questo punto - ha chiarito lo stesso Carlea nella lettera - rientra in gioco il ministero dell’Ambiente, guidato all’epoca dell’accordo di programma da Alfonso Pecoraro Scanio (esponente del governo Prodi di cui faceva parte anche il piombinese Fabio Mussi): per uscire dall’impasse si potrebbe procedere a una rimodulazione dell’accordo e della ripartizione delle risorse tra Campania e Toscana. Viceversa la colmata potrebbe davvero restare a Napoli, come auspicato dal capogruppo dello Sdi Ciro Fiola nel corso del consiglio comunale di ieri: «Serve una modifica del Prg e del piano attuativo di Bagnoli, rimuovere la colmata è un errore e costa troppo». A tal proposito negli ambienti della Bagnolifutura, che si sta occupando della bonifica dei suoli, si auspica che siano garantiti tempi certi e in particolare che si proceda senza indugi a quelle opere da eseguire come il recupero degli arenili e il dragaggio dei fondali a mare per garantire la piena fruibilità. Interventi, questi, che comunque verranno portati a termine, a prescindere dal destino della colmata, e che sono indispensabili per avviare l’asta finalizzata alla vendita dei suoli già bonificati.

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