In caso di errore il Comune ha previsto una procedura per aiutare i cittadini a far rientrare gli avvisi

Tarsu, cartelle pazze ad Ariano

Autodichiarazioni ed estratti catastali non coincidono per l’area dei locali
12 gennaio 2009 - MARIA ELENA GRASSO
Fonte: Il Mattino Avellino

Ariano Irpino. Cartelle pazze per la Tarsu ? Cresce di giorno in giorno il numero delle persone che si vede recapitare avvisi di accertamenti per la tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani con l'invito a pagare somme che gli utenti ritengono ingiustificate o sbagliate. Il titolare di un salone di acconciature di via D'Afflitto è stato sollecitato, per esempio, a pagare un arretrato di cinque anni per circa 850 euro, avendo presentato a suo tempo - secondo la società alla quale il Comune di Ariano ha affidato l'incarico degli accertamenti - una dichiarazione infedele sulle superfici occupate. In pratica non avrebbe dichiarato di possedere un locale di 85 metri quadrati. Chi entra, però, nel salone di acconciature incriminato si accorge subito che quel locale non supera i 20 metri quadrati. Stesso discorso per una famiglia di via Parzanese, alla quale è stato contestato di occupare un appartamento di 300 metri quadrati. In realtà l'immobile in questione non supera i 130 metri quadrati. E così di seguito per tanti altri casi. Proseguendo di questo passo non è improbabile che alla fine gli avvisi di accertamenti sbagliati possano essere davvero troppi, provocando solo lamentele e disagi nei cittadini. Il Comune, in realtà, si è adeguato alla normativa contenuta nella Finanziaria del 2005, nella quale si stabilisce che «al fine di evitare l'accertamento d'ufficio in rettifica, la superficie minima da dichiarare non può in ogni caso essere inferiore all'80% di quella catastale». Insomma, la società che ha avuto l'incarico di fare gli accertamenti, se riscontra la minima differenza tra dichiarazione resa dal cittadino al Comune ed estratto catastale, non esita ad inviare avvisi a saldare le differenze dovute. Probabilmente un minimo di accertamenti in più avrebbe evitato confusioni. Per fortuna è stato previsto un sistema abbastanza semplice per porre rimedio. A chi ha presentato a suo tempo dichiarazioni infedeli sulle superfici non resta che saldare il conto ed evitare altre sanzioni. Chi, invece, si ritiene danneggiato dagli accertamenti, può seguire due strade: o il ricorso alla Commissione Tributaria (e questo comporta oneri) o correzione in autotutela degli accertamenti ricevuti presso gli uffici comunali (servizio Tributi). Insomma, se ha sbagliato la società, si può subito ripristinare la situazione precedente presso gli uffici comunali, opportunamente potenziati. Il Comune ha poi fatto affiggere in questi giorni un avviso con il quale si invitano i cittadini a presentare le denunce di nuova occupazione, detenzione o variazione di locali ed aree per il 2008.

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