L’Arpac alla Procura: le fonderie inquinano
Sì, le immissioni in atmosfera, prodotte dalle fonderie Pisano, superano i limiti consentiti dalla normativa. È questo l'allarmante risultato comunicato dall'Arpac alla Procura della Repubblica, dopo una serie di controlli, disposti a novembre scorso dal sostituto procuratore Angelo Frattini, titolare della terza inchiesta sull'inquinamento prodotto dallo stabilimento di Fratte. E l'allarme per la salute in città cresce se si considera che su altro fronte sono preoccupanti anche i risultati degli accertamenti sull'inquinamento da polveri sottili, che hanno superato il livello di guardia. In riferimento alle fonderie Pisano il magistrato, a seguito di una pioggia di esposti presentati dai residenti nelle zone limitrofe allo stabilimento, aveva conferito a tecnici specializzati dell'Arpac l'incarico di procedere alla misurazione e all'accertamento, attraverso l'utilizzo di sofisticate apparecchiature, delle immissioni in atmosfera. Ed ecco che all'inzio dell'anno arrivano i primi risultati, che non appaiano certo incoraggianti, al contrario destano non poca preoccupazione, in quanto le immissioni provenienti dal «camino», cioè dalla ciminiera dello stabilimento risultano superare i valori consentiti dalla normativa. È emerso inoltre che una consistente quantità di polveri si depositano nelle zone circostanti. Dati allarmanti, che confermano quanto denunciato dai residenti nelle aree circostanti le fonderie di via dei Greci, che a più riprese hanno segnalato la situazione intollerabile e l'alto tasso di inquinamento prodotto nella zona dall'impianto. Prima della fine dell'anno è stato richiesto da alcune famiglie anche l'intervento dei vigili del fuoco per le continue immissioni provenienti dallo stabilimento, che rendono l'aria irrespirabile. Ora sulla base di questi risultati la Procura dovrà decidere i conseguenziali provvedimenti. Quest'ultima inchiesta del pm Frattini, avviata a novembre scorso, si affianca all'altra, condotta dal suo collega Massimo Lo Mastro, che è in corso già da un anno e che nell'ultimo periodo ha subito un'accellerazione a seguito dell'ampia delega conferita ai carabinieri del Noe, del Nas e al personale ispettivo dell'Asl per accertare non solo l'entità delle esalazioni nocive, ma anche l'esistenza di un nesso di casualità tra le patologie, denunciate dagli abitanti della zona e l'attività delle fonderie. Nelle varie denunce, infatti diversi residenti hanno lamentato allergie e patologie delle vie respiratorie, che sarebbero state provocate dalle esalazioni e immissioni, provenienti dallo stabilimento. Ma non è la prima volta che si indaga sulle fonderie Pisano, già il 18 novembre 2004 si è giunti al sequestro dell'impianto e la relativa inchiesta del pm Frattini ha portato alla condanna del titolare dello stabilimento, l'ingegnere Luigi Pisano, che ha patteggiato la pena. La seconda indagine si è conclusa con il rinvio a giudizio per Pisano nella primavera dello scorso anno, dopo che erano scattati i sigilli ancora una volta a due anni esatti dal primo sequestro. Ora è in corso il dibattimento e il pm Frattini ha negato il consenso all'ulteriore richiesta di patteggiamento della pena. C'è allarme a Salerno per l'inquinamento atmosferico, presente in misura consistente nell'area di Fratte, dove ci sono le fonderie Pisano, ma non solo, perchè si è riscontrata una presenza notevole di polveri sottili nell'intera città. È stato lo stesso magistrato Frattini a disporre controlli a tappeto contro questo nemico invisibile e molto pericoloso, che mina in maniera subdola la salute dei salernitani. E anche su questo fronte si sono riscontrati consistenti sforamenti dei limiti consentiti dalla legge.