«Aree di sosta invase dai rifiuti»
Discariche a cielo aperto altro che piazzole di sosta. Uno scempio ambientale lungo quasi trenta chilometri, quelli che separano Avellino da Salerno. Quasi tutte le aree di emergenza del raccordo sono diventate ricettacolo di immondizia di ogni genere: dai rifiuti solidi urbani ai materiali ingombranti come pezzi di arredamento non più utilizzati in casa, ma anche elettrodomestici dismessi, gli immancabili pneumatici e materiali di risulta provenienti da cantieri edili. Una situazione che si trascina da tempo e che si acuisce ogni qual volta riesplode l'emergenza nei paesi: meglio ancora quando si ferma la raccolta. Imboccando il raccordo in direzione Sud basta fare poche centinaia di metri per imbattersi nel primo sversatorio abusivo. Un'enorme quantità di sacchetti di immondizia adagiati tra il guard rail e la rete di recensione dell'area di sosta. Plastica, vetro, avanzi di cibo, carta, cartone: c'è di tutto. Molte sono anche le buste sparse qua e là sul prato circostante: evidente segno di lanci in corsa dalle autovetture. Pochi chilometri più in là, sempre in direzione Salerno e molto prima dello svincolo di Serino, lo scenario si ripete, anzi è peggiore. L'intero perimetro della piazzola di emergenza è cosparso di spazzatura. Andando ancora più avanti il degrado aumenta. Lungo tutto il tratto irpino e fino alle porte della città di Salerno a tutt'oggi è davvero difficile trovare una piazzola pulita. A nulla sono valse le segnalazioni su questo stato di degrado ambientale che la polizia stradale ha inoltrato costantemente nei mesi scorsi innanzitutto all'Anas che è l'ente proprietario e gestore del tratto stradale, ma anche ai comuni e alla Prefettura di Avellino. Richieste di bonifica delle aree corredate da dossier fotografici a testimonianza dell'urgenza degli interventi. L'ultima missiva in ordine di tempo è partita dalla caserma di via Palatucci poche settimane prima della fine dell'anno. E a complicare le operazioni di pulizia si mette anche la burocrazia: sulla rimozione dei rifiuti si è aperto un braccio di ferro, quasi un contenzioso, tra Anas e comuni attraversati dal raccordo.