Rifiuti, 551 esuberi nei consorzi di bacino
Consorzi di bacino, il gestore unico Alberto Stancanelli va via e si compie il primo passo per il ritorno all’ordinario. Ma la prima assemblea dei sindaci dei 98 comuni delle province di Napoli e Caserta non elegge il nuovo presidente e rinvia tutto a dopo le feste. Nei prossimi giorni dovrebbe essere varata un’ordinanza che traccerà i binari lungo i quali i sindaci dovranno muoversi. Stancanelli dovrebbe continuare a seguire le vicende dei consorzi guidando una nuova missione incaricata di coordinare tutti i consorzi nei rapporti con la Regione e gli enti locali in vista delle future società provinciali incaricate di governare il ciclo dei rifiuti. L’obiettivo è quello di evitare che si riproducano gli assurdi, economici e giuridici, che si sono verificati in passato. A cominciare dall’ingiustificata lievitazione dei dipendenti (2392) provocata dai numerosi passaggi di cantiere (quando una impresa succede a un’altra ne assorbe i dipendenti) e dalla partecipazione a fasi alterne dei comuni. È successo che molti sindaci hanno deciso di entrare nel bacino che ha quindi assunto (senza nessun concorso) i dipendenti. Poi l’ente locale ha lasciato l’associazione lasciandogli in eredità i lavoratori. Un meccanismo dalle conseguenze devastanti. Un caso per tutti, quello del Na4 che ha attualmente 250 dipendenti e ne impiega solo 15 per la racconta differenziata di Agerola. E non finisce qui: c’è un consorzio, Na1, con 270 operai impiegati a tempo determinato e senza nemmeno un contratto definitivo. I lavoratori da 4 anni aspettano la sentenza del Consiglio di Stato. A conti fatti i dipendenti in eccedenza sono 551. Tre sono gli scenari possibili per il loro futuro: il prepensionamento, l’impiego nei posti vacanti degli enti locali e la cassa integrazione di lunga durata. Un problema di non facile soluzione che sarà affidato alla missione di Stancanelli. Il gestore unico ha anche conteggiato, e non era stato mai fatto prima, crediti e debiti dei consorzi che non hanno versato 20 milioni di euro di contributi previdenziali. In totale i debiti superano i 150 milioni di euro mentre i crediti si aggirano intorno ai 184 milioni. Per costringere i comuni a pagare i servizi di cui hanno usufruito è stato necessario commissariarne 33, e dieci hanno accettato di firmare un piano di rientro. D’ora in poi gli enti locali potranno organizzare solo gare europee con commissioni presiedute da funzionati nominati dal prefetto.