Rifiuti killer nella discarica dei rom
Casalnuovo. Una squadra di nomadi ben attrezzati, con tricicli e motocarri, per portare nel campo rom centinaia di vecchi computer da incendiare fino a squagliarli. Obiettivo: estrarre prezioso rame da rivendere al mercato nero. Una sorta d'inceneritore a cielo aperto di rifiuti speciali - macchinari elettronici, televisori, frigoriferi - proprio accanto ai pozzi di captazione dell'acqua di falda gestiti dall'Arin e a due passi dal centro abitato di Casalnuovo. Ieri però i vigili urbani di Afragola hanno messo la parola fine, almeno per il momento, al tossico business. I caschi bianchi hanno sequestrato l'area di mille metri quadrati in cui i nomadi hanno scaricato per mesi tonnellate di elettrodomestici, che venivano smontati e incendiati direttamente sul posto. I poliziotti municipali della sezione ambiente, guidati dal tenente Francesco Calandrelli e dagli ispettori D'Anna, Iazzetta e Fanzini, hanno anche sequestrato tre tricicli e tre furgoncini su cui i nomadi trasportavano i materiali da smaltire illegalmente. L’attività, ovviamente più che abusiva, ha inquinato la zona come una grande fabbrica chimica meglio non potrebbe. Fumo denso alla diossina che per lungo tempo ha investito i palazzi dell'area occidentale di Casalnuovo. Dai balconi alcuni cittadini hanno anche filmato gli incendi. Video che sono stati spediti alla Procura di Nola. Per non parlare della montagna di esposti inviati ai magistrati dagli abitanti della zona e dai vigili urbani di Casalnuovo, che nel frattempo non hanno potuto agire perché l'area del campo nomadi di via Napoli ricade in una porzione di territorio compresa nella giurisdizione del Comune di Afragola. A ogni modo, lentezze della nostra burocrazia a parte, è finalmente spuntata la «cavalleria»: sei pattuglie dei vigili urbani di Afragola hanno fatto irruzione alle otto del mattino di ieri nel campo rom. Un accampamento di quelli da brividi: decine di fatiscenti baracche di legno, lamiera e cartone in cui sono stipati oltre quattrocento nomadi. «È un campo non autorizzato ma censito dalle autorità preposte», hanno spiegato i poliziotti municipali. Accanto alle baracche, proprio attaccata al muro di cinta di un pozzo di captazione dell'Arin, la discarica di elettrodomestici. E appena alle spalle il nerissimo appezzamento, totalmente bruciato, in cui i rifiuti venivano incendiati. Durante l'operazione di sequestro gli uomini del campo si tenevano alla larga. Davanti alle guardie comunali c'era solo un gruppo di donne dagli sguardi increduli. La sezione ambiente della polizia municipale di Afragola ha identificato tutti i materiali scaricati e anche quelli incendiati. Qui, appena pochi minuti prima del blitz dei caschi bianchi, l'ennesimo incendio illegale stava flagellando la zona circostante. «Purtroppo quando siamo arrivati - hanno raccontato i vigili - hanno spento tutto e si sono dileguati per cui non è stato possibile dare il via agli arresti».