Lo stabilimento di concimi non sarebbe autorizzato alle immissioni nell’aria La replica: è tutto in ordine

Vertice per l’Eurocompost, verdetto rinviato

Orta di Atella: proprietà, Comune, Regione e comitato si ritroveranno per decidere tra 90 giorni
12 dicembre 2008 - Alessandra Tommasino
Fonte: Il Mattino Caserta

Con un'altalena di pareri, un coinvolgimento crescente delle istituzioni ed interventi politici provenienti da destra e sinistra, la vicenda dell'Eurocompost diventa sempre più intricata. E ieri, l'azienda che produce concimi da biocompostaggio, sotto accusa per le emissioni che renderebbero irrespirabile l'aria della zona atellana, è stata al centro di una conferenza dei servizi cui hanno preso parte il settore provinciale Ecologia, tutela dell'ambiente, disinquinamento e protezione civile della Regione, l'Arpac (l'agenzia regionale di protezione ambientale), il Comune di Orta di Atella, l'Asl Ce/ 2, la proprietà aziendale, Legambiente e il comitato civico Ortanuova. Ore di intenso confronto e decisioni importanti (chiusura definitiva o riapertura dell'Eurocompost) rinviate a novanta giorni. Un tempo necessario per valutare i nuovi elementi emersi durante l'incontro, tutto incentrato sul rilascio all'azienda - che attualmente ne è sprovvista - dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Il comitato Orta nuova, promotore del puzza-day, una manifestazione di protesta che tre mesi fa portò in strada migliaia di persone, ha presentato lo studio ambientale dell'ingegnere chimico Enzo Fumo, mirato a indicare il collegamento fra i miasmi e l'azienda di biocompostaggio. Presentati anche i referti medici di cittadini costretti a rivolgersi a cure sanitarie per i malori causati dagli odori nauseabondi, nonché la dichiarazione della Polisportiva atellana, la società che scrive dell'impossibilità, per gli atleti, di svolgere allenamenti in condizioni insalubri. «Non siamo contro il biocompostaggio, sia chiaro - ha precisato Enzo Fumo - ma chiediamo che le attività produttive vengano svolte secondo la normativa». Sulla stessa scia Francesco Pascale di Legambiente. Incisivo l'intervento di Ernesto Palermiti, tecnico del Comune ortese, che ha semplicemente sottolineato che «quando l'azienda è chiusa, l'aria di Orta di Atella non è infestata». Ma la difesa non se ne è stata certo con le mani in mano. Emilio Mormile, titolare dell'azienda, infatti, ha sfoggiato uno studio effettuato dal docente universitario dell'università La Sapienza di Roma Carlo Merli attraverso l'utilizzo del naso elettronico, un sofisticato strumento per la valutazione della qualità dell'aria. «In questo modo possiamo dimostrare che la puzza di Orta di Atella e dintorni - ha chiarito Mormile - non dipende dall'Eurocompost». A dargli man forte anche il parere favorevole espresso dall'Arpac, che invece lo scorso settembre aveva rilevato concentrazioni eccessive di ammoniaca dell'aria proprio in prossimità dell'azienda incriminata. Contro l'ordinanza di chiusura emessa dal Comune proprio a seguito di quel rilievo, adesso i Mormile presenteranno ricorso. E intanto oggi su una questione diventata un vero e proprio caso, si aprirà il dibattito anche nella VII commissione consiliare della Regione, il cui presidente, Michele Ragosta, ha convocato l'assessore campano all'Ambiente, Walter Ganapini, il direttore generale dell'Arpac Luciano Capobianco, l'assessore provinciale Lucia Esposito, i commissari prefettizi di Orta di Atella, il comitato "Orta nuova" e l'Eurocompost. «La Provincia sarà estremamente rigorosa nell'emissione del parere - annuncia Esposito- e se non saranno superati i problemi non esiteremo ad esprimerci in maniera contraria alla riapertura dell'azienda».

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