Ganapini: «Veltroni? Sui rifiuti sta sbagliando, l'emergenza non è finita»
7 dicembre 2008 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La premessa è: «Non voglio fare polemiche politiche, cosa io pensi del Comune è noto». Poi afferma: «Ma sono stupito da Veltroni e Nicolais che non conosco. Dire che l'emergenza rifiuti è finita, e per questo Bassolino se ne deve andare, è una sciocchezza».
Walter Ganapini è uno dei cinque assessori tecnici della rifondata giunta Bassolino. Ambientalista di lungo corso e per sua stessa ammissione poco propenso a rimanere nello stesso posto troppo a lungo. Al caso Campania si è affezionato come il medico dinanzi ad un malato raro. Alla parola Veltroni snocciola le tappe comuni.
Conosce il leader nazionale del Pd?
«Sì, dagli anni '80, da quando facevo su Rai3 una trasmissione sull'ambiente e lui era responsabile della comunicazione del Pci. Nel 2002 ho coordinato, poi, la commissione costituita dal comune di Roma per indicare la strada per portare Roma in Europa nel solco del decreto Ronchi. E mi risulta che nulla sia stato fatto nella capitale per la differenziata e gli inceneritori ».
È stato anche testimonial del Pd.
«E mi ha colpito molto agli inizi di quest'anno il clamore e il rigore in campagna elettorale circa l'assoluta necessità di attrezzarci di inceneritori ».
Ebbene?
«Non mi pare che il Pd in Parlamento stia affrontando la materia dei rifiuti con forza.
Tutt'altro. In questo contesto mi stupisce perciò che qualcuno abbia decretato che è finita l'emergenza».
Perché se l'emergenza è finita, l'esecutivo di cui fa parte se ne deve andare a casa?
«Mi permetto molto umilmente di dire queste cose perché non ho di questi problemi. Insomma altro che Vinavil. In politica facciano quello che vogliono, io non faccio parte di nessun partito, ma, da tecnico, suggerisco che l'emergenza è ben lontana dall'essere conclusa, siamo appena al di là dal guado. Mi pare di poter dire che si vedano i risultati di un lavoro, ma siamo a un passaggio complicatissimo ».
Quale passaggio?
«Grazie alle discariche messe su da noi e De Gennaro si è ripulita Napoli. Ora aprirà Chiaiano, poi faremo uno sforzo su Terzigno, ma il passaggio vero è rimettere in funzione i sette impianti di cdr e poi i dieci impianti di compostaggio che ora sono fermi. E soprattutto ci sono da fare le società provinciali dei rifiuti».
Insomma per lei quello di Santa Lucia non è un arroccamento?
«Ma quale arroccamento. Dico solo che ci mancherebbe che nel momento in cui con grande fatica vengono segnali di unità delle istituzioni, per la prima volta sono stati presentati 124 progetti di comuni aggregati per siti compostaggio, mentre stiamo nel pieno dello sforzo e dell'armonia si dica che tutto è finito. Dimenticando una cosa fondamentale poi».
Quale?
«Che l'Ue incombe. La misura 1.7, quella relativa ai rifiuti, è sospesa, in ragione della procedura di infrazione. Insomma mi sembra di sognare. Ci si riempie la bocca di Obama, e non si sa, per esempio, che Obama non vuole gli inceneritori, ma rifiuti zero».
La città è di nuovo sporca, perché?
«Finché non avremo costituito le aziende provinciali ci saranno sempre problemi nella raccolta. Io sono abituato a prendere e andare, non sono abituato a stare attaccato. Ma stiamo costruendo una struttura di governo dentro la Regione che non si è mai vista, proprio per affrontare l'ordinario».
Ha ragione il governatore a parlare di fuoco amico?
«Beh, effettivamente. Mi pare sia evidente che abbiamo operato in un clima che ha visto un gran consenso, da Confindustria al volontariato. Questa grande emergenza è stata anche un'operazione sociale di non poco conto in Campania. Sa come si dice in Emilia?».
No.
«Che ci si spara negli attributi per fare un dispetto alla moglie. È sempre una questione di famiglia».
Conosce il leader nazionale del Pd?
«Sì, dagli anni '80, da quando facevo su Rai3 una trasmissione sull'ambiente e lui era responsabile della comunicazione del Pci. Nel 2002 ho coordinato, poi, la commissione costituita dal comune di Roma per indicare la strada per portare Roma in Europa nel solco del decreto Ronchi. E mi risulta che nulla sia stato fatto nella capitale per la differenziata e gli inceneritori ».
È stato anche testimonial del Pd.
«E mi ha colpito molto agli inizi di quest'anno il clamore e il rigore in campagna elettorale circa l'assoluta necessità di attrezzarci di inceneritori ».
Ebbene?
«Non mi pare che il Pd in Parlamento stia affrontando la materia dei rifiuti con forza.
Tutt'altro. In questo contesto mi stupisce perciò che qualcuno abbia decretato che è finita l'emergenza».
Perché se l'emergenza è finita, l'esecutivo di cui fa parte se ne deve andare a casa?
«Mi permetto molto umilmente di dire queste cose perché non ho di questi problemi. Insomma altro che Vinavil. In politica facciano quello che vogliono, io non faccio parte di nessun partito, ma, da tecnico, suggerisco che l'emergenza è ben lontana dall'essere conclusa, siamo appena al di là dal guado. Mi pare di poter dire che si vedano i risultati di un lavoro, ma siamo a un passaggio complicatissimo ».
Quale passaggio?
«Grazie alle discariche messe su da noi e De Gennaro si è ripulita Napoli. Ora aprirà Chiaiano, poi faremo uno sforzo su Terzigno, ma il passaggio vero è rimettere in funzione i sette impianti di cdr e poi i dieci impianti di compostaggio che ora sono fermi. E soprattutto ci sono da fare le società provinciali dei rifiuti».
Insomma per lei quello di Santa Lucia non è un arroccamento?
«Ma quale arroccamento. Dico solo che ci mancherebbe che nel momento in cui con grande fatica vengono segnali di unità delle istituzioni, per la prima volta sono stati presentati 124 progetti di comuni aggregati per siti compostaggio, mentre stiamo nel pieno dello sforzo e dell'armonia si dica che tutto è finito. Dimenticando una cosa fondamentale poi».
Quale?
«Che l'Ue incombe. La misura 1.7, quella relativa ai rifiuti, è sospesa, in ragione della procedura di infrazione. Insomma mi sembra di sognare. Ci si riempie la bocca di Obama, e non si sa, per esempio, che Obama non vuole gli inceneritori, ma rifiuti zero».
La città è di nuovo sporca, perché?
«Finché non avremo costituito le aziende provinciali ci saranno sempre problemi nella raccolta. Io sono abituato a prendere e andare, non sono abituato a stare attaccato. Ma stiamo costruendo una struttura di governo dentro la Regione che non si è mai vista, proprio per affrontare l'ordinario».
Ha ragione il governatore a parlare di fuoco amico?
«Beh, effettivamente. Mi pare sia evidente che abbiamo operato in un clima che ha visto un gran consenso, da Confindustria al volontariato. Questa grande emergenza è stata anche un'operazione sociale di non poco conto in Campania. Sa come si dice in Emilia?».
No.
«Che ci si spara negli attributi per fare un dispetto alla moglie. È sempre una questione di famiglia».