Mergellina, spazzatura sulla spiaggia

7 dicembre 2008 - Stefano Piedimonte
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
È accaduto così: le onde violente e altissime che in questi giorni si sono abbattute contro gli scogli del lungomare napoletano, in via Caracciolo, hanno letteralmente scaraventato sulla sabbia tutta la spazzatura che si annidava tra uno scoglio e l'altro. 
Solo così può spiegarsi la coperta di spazzatura che giace sull'arenile. Il tratto di spiaggia che sta tutt'intorno alla rotonda Diaz (storicamente chiamato lido mappatella) è diventato un'ignobile discarica cittadina. Ci si trova di tutto: bottiglie di plastica e vetro, sedie, mobili, cassette per la frutta, indumenti, bidoni per la spazzatura.
Soprattutto, c'è una presenza che non si riesce a spiegare. È quella dei sacchetti per i residui della potatura degli alberi. Le buste verdi utilizzate dagli operai che si occupano della manutenzione del verde sull'altro lato della strada, sono sparse al suolo insieme a tutti gli altri rifiuti. Non ammucchiate in un angolo, come accade spesso quando si tratta di una sistemazione temporanea in attesa della raccolta e dello smaltimento.
Uno qua, un altro là, i sacchetti ancora pieni di rami secchi occupavano fino a ieri l'intera area.
Anche le buste nere, quelle per la spazzatura indifferenziata, sporcavano indecentemente quella che è una delle zone a più alta presenza turistica della città. A giovarne sono i piccioni, che insieme ai più nobili - ma ugualmente attratti dalla spazzatura - gabbiani, percorrono in lungo e in largo la spiaggia quasi a domandarsi da dove incominciare. Ma la munnezza non ferma gli affari, neppure quando si tratta di vendere generi alimentari.
The show must go on, anche se è uno show quanto mai grottesco: il mercatino del pesce che viene allestito ogni giorno sulla banchina, ha avuto come cornice quella della discarica balneare. Accantonata un po' la spazzatura, i pescatori non si sono fatti certo intimidire. Neanche i clienti, che ieri si recavano numerosi a comprare pesce tra la spazzatura, le mosche e i piccioni.
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