Sul tavolo anche il nodo della gestione: non c’è traccia di un piano industriale

Depuratori bloccati i liquami tracimano

I dipendenti in lotta per stipendio e tredicesima, da Cuma ad Acerra impianti fermi
6 dicembre 2008 - Luigi Ciccarelli
Fonte: Il Mattino

Mappa delle strutture di depurazione Pozzuoli. Liquami scaricati in mare o fuoriusciti dai tombini colmi anche d’acqua piovana. È quanto accaduto ieri nell'impianto di depurazione di Cuma e negli altri 5 impianti gestiti, per conto del Commissariato di governo per la tutela delle acque, dalla Hydrogest Campania. A bloccare gli impianti è stata la protesta dei 420 dipendenti dell'azienda, che insieme con i sindacati hanno deciso di sospendere il servizio presso gli impianti, contro l'ennesimo ritardo nel pagamento delle spettanze (comprensive, questo mese, della tredicesima) e contro le carenze gestionali e organizzative dell'azienda. A fermarsi, oltre a quello puteolano, sono state anche le strutture per la depurazione di Acerra, Napoli Nord, Foce Regi Lagni e Marcianise, oltre all'impianto di sollevamento di Succivo. Il blocco ha avuto pesanti ripercussioni ambientali: per l'intera giornata i liquami provenienti dalle reti idriche e fognarie servite dai sei impianti sono finiti in mare senza alcun trattamento di depurazione. All'esterno del depuratore di Cuma, inoltre, i liquami sono fuoriusciti da alcuni tombini, allagando il tratto di strada che costeggia l'impianto. A muovere la protesta dei lavoratori non è stata soltanto la questione salariale. Sotto accusa, infatti, è l'intera gestione della Hydrogest Campania. «A distanza di due anni dalla assegnazione in regime di project financing alla Hydrogest Campania - si legge in un documento dei rappresentanti regionali e territoriali di Fim, Fiom, Uilm e Ugl - si deve registrare il totale fallimento delle attività di depurazione delle acque. Manca una struttura aziendale degna di tale definizione, fino a configurare la gestione degli impianti come autogestione da parte delle maestranze; non vi è traccia di un piano industriale e ciò porta a una gestione alla giornata che ha ricadute sensibili sui lavoratori e sulla depurazione delle acque». A dimostrazione di questo stato di cose, i lavoratori di Cuma ricordano che qualche giorno fa l'Asl ha emesso verbali a carico dell'azienda per 8mila euro a causa dei ritardi nella realizzazione di alcune opere igienico-sanitarie. È sulla questione ambientale, tuttavia, che i sindacati lanciano un vero e proprio allarme, in quanto affermano che il modo in cui vengono gestiti gli impianti determina una utilizzazione «tale da compromettere sensibilmente la qualità della depurazione delle acque stesse, con relativo impatto negativo sull'ambiente dei territori circostanti e non solo». Su tale aspetto, sindacati e lavoratori si dicono pronti a proseguire la loro battaglia fino a quando non avranno raggiunto il loro obiettivo dichiarato, rappresentato dall'avvicendamento della Hydrogest Campania con un nuovo gestore. Per i prossimi giorni, invece, i sindacati hanno chiesto un incontro con l'assessore regionale all'Ambiente Walter Ganapini, in cui affrontare i vari aspetti legati alla gestione della depurazione delle acque in Campania.

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