L’elogio del cardinale Sepe «Abbiamo lavorato e sofferto»

«La cittàha bisogno di tranquillità: che si faccia chiarezza, ma subito. Altrimenti si rimane in uno stato di immobilismo e questo blocca ogni iniziativa e fa perdere l’entusiasmo». A margine della consegna della seconda edizione del premio «Napoli città della pace» ieri il cardinale Sepe ha commentato così la bufera politico-giudiziaria che scuote i Palazzi del potere. Una Napoli «che tuttavia - secondo Sepe - non morirà finché avrà uomini disposti a combattere concretamente per la sua rinascita». Tra i premiati il sottosegretario alla presidenza del consiglio Guido Bertolaso, «con cui abbiamo lavorato e sofferto», dice l’arcivescovo. Nel ricevere il premio Bertolaso si dice «commosso» per un riconoscimento che arriva per «aver cercato di risolvere la vergognosa vicenda dei rifiuti». E ricordando le difficoltà incontrate dice: «I momenti di crisi servono a tutti per fare un bagno di umiltà, per tornare con i piedi per terra e capire che nessuno è insostituibile. Quando si ritorna si ha più voglia di fare». Poi Bertolaso ricorda l’amicizia con l’altro premiato Aurelio De Laurentiis: «Siamo stati compagni di banco in quinta elementare a Roma - rivela Bertolaso - il Napoli l’ho sempre guardato con simpatia. La mia seconda squadra. Ma quando giocherà contro la Roma dovrete accontentarvi di un pareggio come all’andata». Spetta poi al vaticanista Rai De Carli il premio per la sua opera di evangelizzazione televisiva: 24 ore consecutive per la lettura della Bibbia in Tv, accanto a lui Cinzia Th Torrini per avere saputo raccontare con le immagini il quotidiano e la scrittrice Chiara M per aver testimoniato la fede, oltre la sua invalidante malattia. Ai premiati, l’Unione cattolica stampa italiana, il Suor Orsola Benincasa e l’Ordine dei giornalisti della Campania hanno consegnato una targa d’argento realizzata dallo scultore Lello Esposito con la scritta «Napoli non morirà»: la certezza dell’arcivescovo.