Rifiuti, racket e affari di Belforte
Il clan camorristico Belforte di Marcianise taglieggiava i piccoli imprenditori impegnati nel settore della raccolta e del conferimento dei rifiuti con la tecnica della doppia estorsione: da un lato imponeva le classiche tangenti da versare, a seguito di minacce di ritorsione, e dall'altro costringeva alcune aziende a divenire contitolari, per alcune loro attività, della ditta di cui due riferimenti del clan - il cognato del boss ed un suo luogotenente - risultavano essere titolari. Un'indagine congiunta dei carabinieri del Noe di Caserta e Roma e della guardia di Finanza di Marcianise ha portato alla scoperta di questa attività illecita e al fermo di indiziati di reato di due persone - Giuseppe Buttone, cognato di Salvatore Belforte e Pasquale Di Giovanni - accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni. L'indagine rappresenta un ulteriore sviluppo investigativo di un'inchiesta condotta dalla Dda di Napoli sulle infiltrazioni nel settore della gestione dei rifiuti