De Gennaro: "rifiuti: la gente aveva ragione"
E adesso il superprefetto alla mondezza, Gianni De Gennaro, ammette: «La gente aveva ragione». E si arrende. Avevano ragione gli abitanti di Montesarchio, quelli di Ariano Irpino e di Villaricca quando scendevano in piazza, facevano i blocchi stradali, insomma protestavano. Quelle discariche mandate in pensione, non potevano essere riaperte. E non solo perché, come diceva la gente, «avevano già dato», e i «rifiuti di Napoli se li doveva smaltire Napoli».
Avevano ragione semplicemente perché i tecnici del Genio militare hanno documentato la presenza di infiltrazioni di «percolato», di discariche abusive (probabilmente velenose), di gravi rischi «geostatici». Non riaprirà nemmeno Lo Uttaro, nel Casertano perche, spiega il commissario, «sono stati avviati accertamenti per conto dell' autorità giudiziaria, cui spetta il compito di valutarne l'esito al termine dei relativi esami».
Quelle discariche, dunque, non sono praticabili, anzi vanno comunque bonificate. E il superprefetto ne prende atto, stringe i denti ma deve andare avanti, per onorare il suo mandato. Non molla, insomma, di fronte agli ostacoli, ai muri di gomma, alle «paure» e agli interessi campanilistici. De Gennaro deve trovare il prima possibile nuove pattumiere provvisorie perché le province di Napoli e Caserta continuano ad essere sommerse di 200 mila tonnellate di rifiuti. Fosse anche la possibilità di trasferire queste montagne di monnezza negli inceneritori tedeschi o svizzeri.
Ripete in queste ore, l'ex capo della Polizia: «L'obiettivo del piano dei cento giorni è sempre lo stesso: ripulire le strade, eliminare 200 mila tonnellate di rifiuti che si sono accumulate per strada. Ormai, riusciamo a smaltire la produzione quotidiana di 7.100 tonnellate. Ma in attesa delle nuove discariche, se adesso mi vengono a mancare le soluzioni dei siti che dovevamo riaprire, dovremo trovare delle alternative». Come la Germania (e non solo). Se si potesse fare subito, il supercommissario alla monnezza riempirebbe una flotta di navi per farle salpare il prima possibile con il loro carico non desiderato.
Può sembrare una strategia «debole» quella di De Gennaro, ma è l'unica possibile visto che si naviga (ed è costretto a navigare) a vista. E che le punte degli iceberg non sono neppure ostacoli imprevedibili, perché sono ben visibili le montagne di monnezza. La scadenza dei cento giorni probabilmente non sarà rispettata perché gli ostacoli, appunto, fanno ritardare e modificare il piano stesso.
Ma lui che non molla sta già lavorando alla apertura delle nuove discariche previste per legge: Savignano Irpino (Avellino), Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento) e Terzigno (Napoli).
E anche per queste discariche, De Gennaro dovrà combattere le «resistenze» degli amministratori e delle popolazioni. A Savignano Irpino, ad esempio, in 3.000 hanno manifestato ieri contro la decisione di realizzare la discarica provinciale in contrada Pustarza e destinata ad accogliere 700 mila tonnellate di rifiuti. In piazza sono scesi i sindaci di diversi comuni dell'Irpinia ma anche della vicina provincia di Poggia. Non sono mancate le tensioni. I tecnici dell' Arpa che si erano recati sul sito per cominciare i carotaggi sono stati messi in fuga dai manifestanti.