INDAGINE DI «CITTADINANZA ATTIVA»: SPESA ECCESSIVA E SERVIZI SCADENTI

Tassa rifiuti, Napoli tra le più alte d’Italia

Per la Tarsu 283 euro a famiglia. La media nazionale è di 217
29 novembre 2008 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

La tassa sui rifiuti a Napoli è più alta di sessantasei euro rispetto alla media nazionale. Il dato emerge dal «dossier rifiuti» di Cittadinanzattiva che è stato diffuso in occasione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti, che si concluderà il 30 novembre. L’associazione ha ipotizzato di dover pagare la tarsu per un appartamento di cento metri quadrati e ha stilato la lista nazionale del costo: non si tratta di un dossier-denuncia ma esclusivamente di una fotografia del settore in tutte le province italiane. Quando l’obiettivo finisce sulla Campania, però, viene fuori un ritratto drammatico. A Napoli si pagano 283 euro di tarsu, rispetto ai 217 di media nazionale; molto peggio a Caserta dove il costo schizza a 393. Nella nostra regione i meno salassati sono gli avellinesi che si fermano a quota 168 euro. In Italia la cifra più bassa è riservata a Reggio Calabria dove la tarsu per 100 metri quadri costa 95 euro, mentre il valore più elevato è stato registrato a Siracusa con 400 euro tondi La produzione di rifiuti pro capite dei napoletani, è solo lievemente superiore alla media nazionale: 593 chili a testa contro 550. Nella nostra regione solo Benevento (490) e Avellino (448) hanno una produzione di rifiuti procapite, inferiore alla media italiana. Sul fronte del riciclo, invece la Campania è un vero disastro e Napoli ne è il simbolo. Si differenzia il 6,1 per cento dei rifiuti, dato in crescita dello 0,1 per cento rispetto all’anno scorso ma inferiore in maniera imbarazzante rispetto alla media nazionale del 26%, valutata da Cittadinanzattiva. I più virtuosi della Campania sono i beneventani con il 10,7%. In Trentino e nel Veneto la percentuale di differenziata si attesta su valori medi del 49%; in Lombardia si ricicla il 44 per cento, in Piemonte il 41. «Nella nostra regione, evidentemente, il servizio di smaltimento non ha funzionato - dice Nando Iavarone, segretario regionale della associazione - eppure si è pagato per ottenerlo. Occorre un cambio di direzione, anche sul fronte della riduzione della produzione di rifiuti e sulla differenziazione. Non possiamo permetterci il lusso di riciclare così poco». Concorda Daniele Fortini, Ad di Asìa: «È vero, il servizio ha standard di qualità inefficienti. Io però mi impegno già a verificare il prossimo report annuale dell’associazione e a dimostrare che, con l’aumento della differenziata e con l’avvio del termovalorizzatore di Acerra, si aprirà un ciclo virtuoso che, se non farà diminuire il costo della tarsu, sicuramente permetterà di lascialro invariato».

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