Rifiuti, torna il vuoto a rendere
Vendita di prodotti alla spina, reintroduzione del vuoto a rendere e una task force per lo sviluppo della raccolta differenziata. Sono alcuni degli obiettivi del piano industriale della Astir, la nuova azienda ambientale della Regione Campania nata dalle ceneri della Recam. Con un nome che significa stella in greco e come logo la croce del sud (la bussola dei naviganti), la società vanta un consiglio d’amministrazione a tre, più milanese che napoletano: lombardi sono infatti il presidente Leonardo Santoro (anche se di origine avellinese, già dirigente di Italsider e Montedison) e uno dei componenti, Fortunato Gallico, creatore della differenziata porta a porta a Milano e, nel 2002, del piano per la Campania rimasto nel cassetto. La terza poltrona è occupata da Domenico Semplice, il bassoliniano ex sindaco di Caivano e alto funzionario delle Ferrovie dello Stato. Il primo atto del Cda targato Walter Ganapini («lavoriamo gratis, percepiamo solo rimborsi spese») sarà, tra qualche giorno, la firma di un protocollo d’intesa con Coop e Federdistribuzione, Conai e la struttura del sottosegretario Guido Bertolaso per ridurre la quantità di rifiuti prodotti. «Puntiamo, dal 2009, a vendere i detersivi liquidi alla spina e a ripristinare il vuoto a rendere. Un gruppo di giovani esperti si occuperà, invece, di aiutare i comuni della Campania nella fase di start up del sistema di riciclaggio» spiegano Santoro e Gallico. «I componenti del gruppo di lavoro saranno selezionati da una commissione di professionisti fuori regione - annunciano - Ciò per evitare di assumere gli amici degli amici a danno di coloro che sono davvero preparati». E ancora l’Astir, con il supporto di un pool di consulenti scientifici, si occuperà di uniformare la torre di babele nata attorno ai piani per la differenziata: «Ognuno ha adottato le regole che riteneva opportune - chiarisce Gallico - ma questo crea confusione. Tutti, ad esempio, devono separare il vetro dalla plastica e adottare gli stessi colori per distinguere i bidoni. Fondamentale sarà anche la formazione nelle scuole e la creazione, con l’aiuto degli imprenditori locali, di piattaforme intermedie per il deposito della spazzatura nel rispetto della normativa nazionale». L’erede della Recam (che ha anche cambiato sede, dai locali incendiati al Centro Direzionale al parco Comola Ricci), come braccio operativo delle sinergie governo-Regione, si candida inoltre a gestire i sette impianti di Cdr: «Li trasformeremo in strutture per la produzione di compost - dicono Santoro e Semplice - quindi effettueremo, in assoluta trasparenza, le gare per l’affidamento del servizio alle future aziende provinciali che si occuperanno del ciclo dei rifiuti». Poi le bonifiche: «Chiediamo alla Regione 150 milioni per contribuire al recupero dei siti di interesse nazionale, per la tutela dei parchi in global service e la salvaguardia degli alvei fluviali». Infine l’organizzazione aziendale: «È assurdo - tuona il presidente - che su 410 dipendenti ci siano 58 rappresentanti sindacali. Dovranno diventare uno o due per sigla, come prevede la legge».