PROTESTE A PIANODARDINE

Ecoballe di nuovo stoccate e il Cdr torna in funzione

28 novembre 2008 - Michele de Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

È ripresa l'attività del Cdr di Pianodardine. L'avvio dell'abbancamento delle ecoballe presso l'attiguo sito di stoccaggio ha consentito di ridurre la quantità di rifiuti foderati che saturava gli spazi a disposizione per lo stoccaggio interno all'impianto. La struttura ha, dunque, riaperto i cancelli alle 500 tonnellate di rifiuti provenienti ogni giorno dal Napoletano, la cui lavorazione produce fos ed ecoballe che vengono stoccate proprio nell'area di Pianodardine. Amministratori e cittadini della zona, però, hanno accolto con sdegno e rabbia la scelta di riprendere, sette mesi dopo, l'abbancamento di rifiuti foderati nel sito attiguo all'impianto Cdr dove, secondo le intenzioni della struttura commissariale, dovrebbero essere trasferite circa 20mila ecoballe, 400 al giorno provenienti da tutti gli impianti Cdr della regione. Per questo hanno deciso di far sentire la propria voce e protestare contro una scelta che "va ad aggravare ulteriormente la già precaria situazione ambientale della valle del Sabato". Ieri sera, nel corso di un incontro tenutosi presso la casa comunale di Prata, sindaci e associazioni della zona hanno deciso di stilare un forte documento di protesta, da inviare a tutte le istituzioni. Intanto, il sindaco di Avellino Galasso ha avuto un colloquio con la struttura commissariale per chiedere il trasferimento a Pianodardine delle ecoballe ancora stoccate presso il piazzale di campo Genova. "Mi hanno assicurato - evidenzia il primo cittadino - che la questione verrà risolta in tempi brevi. L'area diventerà poi isola ecologica per lo stoccaggio temporaneo di ingombranti e Raee (rifiuti elettrici ed elettronici)". Nel frattempo, è pressoché definito il quadro delle località che andranno ad ospitare i siti di stoccaggio provvisori da realizzarsi nell'ambito delle misure previste dal Decreto Legge 172 del 6 Novembre scorso. Due le aree da attrezzare in Irpinia dove l'Arpac, dopo accurati sopralluoghi, ha dato l'ok, con il rispetto di alcune prescrizioni, all'utilizzo di un capannone nell'area industriale Calaggio di Lacedonia (lo stabilimento della Ecoservice, ex seva Nylon, già individuato due anni fa per l'ipotesi di uno stoccaggio provvisorio di ecoballe, tramontato dopo una vibrante protesta di amministratori e cittadini) ed un impianto di San Martino Valle Caudina, già impegnato nel trattamento e nella lavorazione di rifiuti. Al momento, dunque, non sarebbe necessario indicare ulteriori aree in provincia, decisione che fa temporaneamente archiviare l'ipotesi di interessare altre zone che pure erano state prese in considerazione. Nei comuni individuati, però, è già scattato lo stato di allerta.

Powered by PhPeace 2.6.4