Processo Bassolino, rinvio sulla nullità

L’avvocato dello Stato in aula: non sono incompatibile
27 novembre 2008 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

«Ho subìto illazioni vaghe e generiche. Anzi: una lunga serie di inesattezze». L’avvocato Federico Vigoriti offre ai giudici del processo Bassolino la propria versione dei fatti. Al centro di due eccezioni di nullità, per aver assistito nel corso della fase preliminare delle indagini due imputati, l’esponente dell’avvocatura di Stato replica alle istanze sollevate nel corso del processo dai penalisti Claudio Botti e Stefano Montone. Quinta sezione penale, presidente Fragola Rabuano, 28 imputati tra cui la ex cabina di regìa della Impregilo e l’ex commissario antirifiuti Antonio Bassolino. Truffa, frode, abuso d’ufficio le accuse mosse dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Vigoriti elenca la «serie di inesattezze» che a suo giudizio sarebbero state formulate dai difensori: «Non ho mai difeso Sorace; non esiste una lunga serie di interrogatori a cui ho assistito, ma solo un interrogatorio di garanzia, dopo il quale c’è stata la revoca; la difesa è cessata prima dell’esercizio dell’azione penale». Carte alla mano Vigoriti ricorda l’assunzione del patrocinio per De Blasio e Surace, all’epoca dell’avviso di garanzia (marzo 2004), poi spiega: «Ho assistito nel medesimo pomeriggio De Blasio e Bruno Mogavero: avendo riscontrato la contraddittorietà delle dichiarazioni rese dai due funzionari, sentiti a distanza di un’ora l’uno dall’altro, segnalai il caso all’Avvocatura dello Stato e abbandonai la difesa di entrambi». Il caso Vigoriti non è chiuso. Ora spetta ai giudici decidere sulle istanze di nullità presentate dai difensori. Intanto, procede su un versante parallelo l’inchiesta per traffico di rifiuti a carico di Bassolino. I pm Noviello e Sirleo hanno messo sotto inchiesta l’architetto napoletano Vincenzo Caruso, che in questa vicenda risponde di abusi edilizi nel restauro della villa di Cortona intestata all’ex deputato Ds Pino Petrella su cui si sono concentrate le indagini. L’obiettivo dei pm è capire se la villa è stata costruita con i proventi del traffico illecito di rifiuti (reato non contestato a Petrella e all’architetto). Quanto basta a spingere gli inquirenti a svolgere accertamenti sulla concessione edilizia, la variante al piano regolatore approvata, i permessi dell’Asl, il manufatto conforme al progetto. Difeso dal penalista Giacomo Maccarone, due giorni fa l’architetto napoletano ha chiarito di aver svolto il restauro senza commettere abusi o irregolarità».

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