I nemici: diossina nell’area domizia, idrocarburi a Napoli Est

Le rilevazioni dell’Arpac: urgenti gli interventi sulle falde acquifere
27 novembre 2008 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

Diossina nell’agro aversano, falde acquifere inquinate a Napoli orientale e nella zona di Bagnoli. Sono i risultati dei carotaggi svolti dall’Arpac nelle aree di proprietà pubblica dei sei siti di interesse nazionale presenti in Campania (in tutta Italia ce ne sono 55). Negli 830 ettari di Napoli orientale l’Arpac ha rilevato una situazione di compromissione della falda acquifera dovuta a inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti. Si tratta di un inquinamento derivante dalle attività produttive che insistono o hanno insistito sul sito. Avvelenati sono, ovviamente, anche i suoli. «Per intervenire efficacemente sulla falda è prevista la realizzazione di una barriera di confinamento. In questo modo si eviterà la fuoriuscita di inquinanti verso il mare. Le acque drenate dalla barriera saranno inviate all’impianto di depurazione», spiega il direttore tecnico dell’Arpac Marinella Vito. Va appena un po’ meglio nel sito di Bagnoli Coroglio (994 ettari) dove si sta già svolgendo una bonifica sulle aree industriali. La caratterizzazione ha evidenziato una situazione di inquinamento della falda più marcata nella zona adiacente alle aree industriali, ma comunque meno grave rispetto a quella di Napoli orientale. Sull litorale domizio flegreo e nell’agro aversano (che coinvolge 77 comuni) l’Arpac ha svolto un intervento di subperimetrazione e caratterizzazione degli ex mattatoi: è stata ritrovata diossina nel suolo superficiale. In alcuni casi si tratta di una dose di poco superiore alla norma, ma in un paio di situazioni lo sforamento è molto elevato. Nel mattatoio di San Nicola La Strada si viaggia tra il 12 e il 67 (la soglia è 10), ma a Melito si arriva anche a 170. Sono poi stati caratterizzati ben 26 chilometri del litorale vesuviano analizzando i sedimenti a mare, le acque e gli arenili da Portici a Castellammare di Stabia: è stata rilevata una contaminazione a macchia di leopardo. Per il bacino idrografico del fiume Sarno è stata realizzata la sub-perimetrazione e per Pianura è partito il piano di caratterizzazione: bisognerà ora anche caratterizzare l’area delle discariche a Nord di Napoli. «Per poter realizzare un intervento di questa portata - sottolinea il direttore dell’agenzia per l’Ambeinte, Luciano Capobianco - è stata necessaria la riorganizzazione della struttura».

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