Siti inquinati, allarme Arpac in Campania sono 2551
Sono 2551 i siti potenzialmente inquinati in Campania: aree dove ci sono discariche, abbandono incontrollato di rifiuti, sversamento non autorizzato di residui industriali. Il dato, inquietante, emerge dalla pubblicazione dell’Arpac sui siti contaminati, nel giorno in cui sono ripresi gli arresti per scarico abusivo di rifiuti ingombranti: ieri sono finiti in manette due pregiudicati napoletani a San Giovanni a Teduccio e due rom a Poggioreale. L’Agenzia regionale protezione ambientale, grazie ai laboratori del centro regionale ha disegnato una mappa delle zone avvelenate,a presentata ieri nel corso di un work-shop al quale hanno partecipato Luciano Capobianco, Gianfranco Mascazzini, Francesco Pirozzi, Raffaele Busiello e Massino Mengozzo. L’elenco dei siti fornito dall’Arpac è di gran lunga più lungo di quello dell’anagrafe nazionale che, invece, segnala 48 siti potenzialmente inquinati. È la provincia di Napoli a registrare il più alto numero di aree che potrebbero essere avvelenate: 1186, di cui 1011 private e 175 pubbliche. Seguono in ordine le province di Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Ad oggi, in Campania, ci sono 6 dei 55 siti di interesse nazionale considerati inquinati: Napoli Orientale; litorale domitio-flegreo e agro aversano; Bagnoli-Coroglio; litorale Vesuviano; Bacino idrografico del fiume Sarno e Regi Lagni. «I dati proposti per la prima volta in forma organica - ha detto il direttore generale Luciano Capobianco - rappresentano il risultato del costante lavoro svolto da Arpac e rafforzato dalla programmazione regionale dei fondi europei, ma anche il solido punto di partenza per portare a compimento il risanamento del nostro territorio». Obiettivo per il quale il governo ha stanziato mezzo miliardo di euro.