A Lo Uttaro i rifiuti “tal quali” continuano a imputridire, a emanare la puzza e i gas acri della decomposizione. I gabbiani pascolano a schiere sulla spianata dentro il fosso prima di riprendere il volo per andare ad infettare nei dintorni. Nelle zone che a mezzogiorno non sono ancora ricoperte di terra, i cumuli freschi superano i due metri di altezza e sembrano scaricati lì direttamente da sacchetti per l’immondizia: bottiglie di plastica intere, stracci, mocassini con suola di gomma, barattoli vuoti di alimenti di ogni tipo, un contenitore di margarina Vallè che appare nuovo, etichetta e tutto, neanche un po’ ammaccato, come se provenisse dallo scaffale di un supermercato.
Questi rifiuti certo non subiscono i trattamenti previsti dalle norme e dichiarati dai responsabili. Esattamente com’è scritto nella perizia del dottor Giuseppe Lembo e del dottor Nicola Santagata, intorno alla quale è cominciato un gioco delle tre carte di controcontestazioni. Il banco lo tiene il presidente della provincia di Caserta Alessandro De Franciscis, anche come “compare” di se stesso: responsabile-commissario dell’ACSA CE3, che gestisce la discarica, e membro del Comitato dei Garanti, incaricato di controlli a tutela della salute pubblica *. Nel Comitato Lembo e Santagata sono i soli due veri tecnici. De Franciscis è ufficialmente controllore del proprio operato. Sarà conflitto di interessi? Berlusconi ha fatto scuola nel centrosinistra.
Una visita a Lo Uttaro l’hanno compiuta stamattina un giornalista e tre fotografi provenienti da varie parti d’Italia, regolarmente ammessi dopo consultazione con le autorità.
I reporter non riescono a credere ai propri occhi. Uno di loro, che si è accostato di più ai cumuli, comincia a piangere per i gas irritanti della decomposizione. I quattro stentano anche a credere alle proprie orecchie. L’architetto Vagliviello, responsabile della discarica, che fa da guida, spiega: «Qui arrivano la FOS (Frazione Organica Stabilizzata) e il sovvallo dall’impianto per CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) di Santa Maria Capua Vetere». Probabilmente l’architetto conta sull’ignoranza dei giornalisti.
Un reporter chiede: «Ma la FOS non dovrebbe essere stabilizzata, non putrescente? E quelle bottiglie di plastica che c’entrano?» L’architetto dice: «L’impianto CDR non funziona proprio come dovrebbe. E il resto è sovvallo». «Ma per sovvallo lei cosa intende?». «Quello che vedete qui», risponde l’architetto.
«Quelle cisterne?», chiede un altro reporter. «In quelle raccogliamo il percolato, poi regolarmente lo portiamo via. I tubi a terra, invece, servono a trasportare il gas che si forma nel sottosuolo». «Percolato dalla FOS?». «Si. Percolato. È tanto. Per smaltirlo, presto aggiungeremo altre quattro cisterne».
Lo Uttaro è a due passi da quartieri densamente abitati di quattro comuni. Caserta, San Nicola La Strada, Maddaloni, San Marco Evangelista. Ora che è arrivato il caldo, molti che abitano intorno a Lo Uttaro possono scegliere tra due forme di insonnia: sudare con le finestre serrate o aprire all’asfissiante Grande Puzza della discarica e dei suoi annessi. Questo è il modello “a basso impatto ambientale” celebrato dal supercommissario Bertolaso, da De Franciscis e dal sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti.
(Caserta, 26 maggio 2007)
Note: * Il 10 luglio 2007 il presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis ha lasciato il suo incarico di commissario del consorzio pubblico per lo smaltimento dei rifiuti ACSA CE3 «per la sopravvenuta incompatibilità» con «il nuovo ruolo di subcommissario provinciale per la stessa materia dopo la recente conversione in legge del Decreto del Consiglio dei ministri 11 maggio 2007».
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