Decreto di fermo della Dda con l’accusa di omicidio eseguito ieri dai carabinieri Altri quattro indagati

Consegnò Orsi al commando di Setola

Arrestato Mario Di Puorto, uomo di Alfiero e Gianluca Bidognetti, che fece da palo ai killer del re dei rifiuti
19 novembre 2008 - Antonio Pisani
Fonte: Il Mattino Caserta

In quella prima tragica domenica di giugno in cui nel pieno centro di Casale fu ucciso Michele Orsi, imprenditore simbolo dell’intreccio camorra-rifiuti, Mario Di Puorto era la persona che a bordo di una Smart aveva seguito per tutta la mattina la vittima designata. Per conto dei killer Giuseppe Setola, Giovanni Letizia e Alessandro Cirillo. Faceva in pratica il palo; e al momento opportuno, chiamò i sicari su un cellulare per confermare la presenza di Orsi nel bar in cui fu trucidato. Ieri pomeriggio, Di Puorto, appena ventitrè anni, è stato catturato dai carabinieri del reparto operativo di Caserta nella sua abitazione a Casale in via Ascoli, dove si era rinchiuso negli ultimi tempi per paura di ritorsioni della camorra. Di Puorto deve rispondere di associazione mafiosa e concorso in omicidio, reati gravi per chi aveva sulla fedina solo precedenti di poco conto, niente che potesse far pensare, fino a qualche mese fa, a una sua affiliazione ai Casalesi, oggi data per scontata. Di Puorto era considerato un fiancheggiatore della camorra, un giovane di Casale come tanti, al servizio dei boss seppur, apparentemente, non organico al clan. Ufficialmente nullafacente, ogni tanto si recava al nord per qualche lavoretto presso aziende edili di Casale; poi, con un gruzzoletto di qualche migliaio di euro ritornava in paese per godersi qualche mese di bella vita. Da tempo però, non andava più «in missione»; dopo l’omicidio Orsi, cui aveva partecipato come vedetta introdotto nel giro dall’affiliato Massimo Alfiero (arrestato di recente, ha procurato le armi al gruppo Setola), i carabinieri hanno iniziato a osservarne i movimenti, anche perché gli stessi familiari del giovane sono considerati vicini ai Casalesi. Una famiglia da tenere d’occhio insomma, tra le tante a disposizione del clan, per paura o più spesso per scelta volontaria; specie quel ragazzo che lentamente ha iniziato a non farsi più vedere in giro, quando i killer catturati hanno iniziato a parlare; Di Puorto, l’anello debole della catena, si è quasi nascosto nell’abitazione di via Ascoli. La svolta il 30 settembre, con la cattura di Oreste Spagnuolo, uno dei killer dei ghanesi che conosceva bene, però, sicari e fiancheggiatori in azione il primo giugno scorso a Casale contro Orsi. Le sue dichiarazioni hanno confermato i sospetti dei carabinieri, che intanto avevano messo sotto controllo il telefono del giovane, ricevendo i primi riscontri. Ieri, l’arrivo dei militari è stato per Di Puorto una liberazione; il giovane si sentiva braccato, non frequentava più il gruppo di amici con cui si vedeva spesso in piazza; pur non avendo parlato con nessuno, temeva una vendetta preventiva, un avvertimento violento di Setola, sebbene oggi il boss, dopo gli arresti dei suoi più fidati collaboratori, sia sempre più solo. Nell’appartamento di via Ascoli, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato delle munizioni.

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