Sversatoi e veleni: De Gennaro manda gli atti in Procura

16 febbraio 2008 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Il 14 gennaio scorso sono state 2.803 le tonnellate di rifiuti raccolte in tutta la Campania. Dopo un mese, il 14 febbraio, si è passati a 7.088 tonnellate, per un totale progressivo di 226 mila 813 tonnellate di spazzatura rimosse in trenta giorni dalle strade della regione. Il calcolo di previsione che il commissario per l'emergenza, il prefetto Gianni De Gennaro, provò a elaborare al momento del suo insediamento mirava a sfondare il tetto di 1 milione di tonnellate da smaltire in cento giorni (10 mila quotidiane), in coincidenza con la fine del suo mandato. Ora, la portata si riduce.
Non solo, De Gennaro punta ad aprire le discariche provinciali nel più breve tempo possibile, data l'imprecisione delle valutazioni pregresse, attestanti la bonifica e/o l'idoneità dei vecchi siti, nei quali è stato, invece, impossibile operare alla luce dei preoccupanti esiti scaturiti dalle nuove analisi; mentre lo stesso compito commissariale arriverà fino a svuotare gli impianti di Cdr, lasciando perdere il revamping e tutto ciò che si vorrà fare del trattamento del tal quale: «L‘assessore Ganapini, su questo, ne sa più di me — spiega il supercommissario — e conveniva, nell'incontro che abbiamo avuto con gli ispettori della Ue, sul fatto che questi Cdr producono combustibile da rifiuto. Secondo me ogni passaggio in più comporta spese ulteriori, non so in termini di beneficio. Ma un dato è certo: così come è oggi, il sistema non va». Tuttavia, la vera ammissione è un'altra: «Non sono riuscito — confessa seduto alla scrivania dell'unità di crisi di Palazzo Salerno — a trovare colpi d'ala per raccogliere, nei cento giorni preventivati, le 200 mila tonnellate di giacenza ». Intanto le associazioni tedesche per lo smaltimento rifiuti, Itad e Bde, hanno ricevuto una richiesta per smaltire rifiuti dal-l'Italia. In sei mesi potrebbero smaltire le 200 mila tonnellate.
Nel suo golfino beige, con le maniche di camicia arrotolate fino ai gomiti, De Gennaro dà una boccata alla sua Camel e fissa il foglio con gli ultimi aggiornamenti. «Ecco, bisogna essere realistici e il dato attuale mi dice che riusciamo a rimuovere la produzione quotidiana, vale a dire quelle che saranno, nel totale, 700 mila tonnellate».
Ma dov'è inciampato il piano emergenziale? Spina nel fianco, sin dal primo momento, è stata la resistenza ostinata delle popolazioni: «Non capisco — aggiunge l'ex capo della polizia — la logica di condominio: prendo solo la mia immondizia. Come se quella di un'altra provincia puzzasse di più. Ma se il territorio salernitano conta il 32 per cento della regione, mentre quello di Napoli e provincia solo l'8, è inimmaginabile rifiutare un aiuto».
Insomma, ora diventa non solo necessario, ma improcrastinabile aprire nuovi invasi: «Chiuso il discorso con le vecchie discariche — affonda il commissario — dato che le carte che abbiamo trovato segnalavano situazioni ben diverse rispetto a quelle che abbiamo effettivamente rinvenuto dopo aver eseguito i nostri esami, compresi i carotaggi obliqui e le analisi del terreno, non ci resta che aprire le discariche provinciali. Tra una settimana incominceremo a lavorare a Savignano Irpino. Quindi, avvieremo Sant'Arcangelo Trimonte, nel Sannio, dove mi recherò martedì prossimo per incontrare i rappresentanti locali. Poi toccherà a Terzigno. Successivamente esamineremo quale discarica aprire nel Casertano e nel Salernitano».
De Gennaro preferisce la riservatezza, ma sarebbero soprattutto le condizioni in cui versa Lo Uttaro, il sito di Caserta già posto sotto sequestro, a suscitare inquietudine. «Tutto lavoro — si limita ad annuire — che dovrà affrontare la magistratura». Poi svela, con un rauco sussurro, che ha già «provveduto a informare della situazione riscontrata in questi giorni i miei referenti a Roma, scrivendo a chi di dovere»: vale a dire a Palazzo Chigi, ai ministeri competenti e probabilmente anche al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aggiornato sulla situazione, appena quattro giorni fa. «A Montesarchio — continua — ho dovuto revocare l'ordinanza poiché è emerso un rischio statico dell'invaso. Ad Ariano Irpino ho disposto delle analisi ed è emerso che oltre a franare, la discarica è anche inquinata. A Villaricca mi accorgo che la capacità residuale è di appena 10 mila tonnellate e, fatti velocemente i calcoli, non mi conviene spendere soldi per uno spazio tanto insufficiente. Benché le carte dicessero il contrario».
Per Savignano De Gennaro ha già firmato gli atti aministrativi, c'è già il progetto definitivo ed è stato modificato anche il provvedimento per gli espropri. «In due mesi — precisa — spero di poter occupare progressivamente sia Savignano che Sant'Arcangelo, giacché si tratta di siti capaci, rispettivamente, di accogliere 700 mila e 450 mila tonnellate ». A Terzigno, infine, è pronto lo studio di fattibilità del ministero dell'Ambiente: «Sono state rinvenute — riferisce l'ex capo della polizia — ben 44 specie di lepidotteri diurni, cioè farfalle, e otto di formicidi, cioè formiche ». Come dire: finché c'è vita, ci sarà anche speranza di chiudere prima o poi l'emergenza rifiuti?

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