Rifiuti illeciti, sedici parti civili contro i Roma
Sedici parti civili – tra ministero dell’Ambiente, Regione Campania, le Province di Napoli e Caserta, i Comuni dei due territori, Legambiente, Wwf, Coldiretti e il Consorzio Mozzarella Bufala Campana competente sull’area Dop in Terra di Lavoro, Napoli, Salerno e nella zona del basso Lazio – si sono costituite al processo contro dieci imputati accusati di smaltimento di traffico di rifiuti illegali la cui udienza si è tenuta ieri davanti al gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Al centro dell’inchiesta, una società di Villa Literno, la Siser, di Generoso e Francesco Roma, padre e figlio i quali solo apparentemente – secondo gli inquirenti – si occupavano della ricezione di concimi e compost per l’agricoltura. In realtà, stando alle indagini, grazie anche ad alterazioni e alla formazione di falsi certificati di analisi di rifiuti (con l’utilizzo abusivo di loghi e documentazione di una società di certificazione), l’organizzazione riusciva a smaltire decine di migliaia di rifiuti pericolosi. Tra questi, quelli provenienti dagli impianti di depurazione del Gori (Costiera Amalfitana), di Capri, Agerola, Salerno, Acerra-Caivano, Napoli Nord-Orta di Atella; i rifiuti venivano sversati su terreni individuati nelle zone comprese tra Castelvolturno, San Tammaro, Villa Literno e Caivano in provincia di Napoli. Sversamenti che fruttavano ai titolari del terreno anche ventimila euro a scarico. Notevole il giro d’affari illecito della Siser, circa un milione e 800 mila euro di fatturato da gennaio a novembre del 2004 per oltre 32 milioni di chili di rifiuti pericolosi. L’inchiesta, che nel 2005 portò anche all’incriminazione del dipendente della Provincia di Caserta Angelo Golino, fu firmata del sostituto procuratore Donato Ceglie. Con i Roma, sono imputati anche Vincenzo Ucciero (proprietario di un fondo) e Andrea Di Giovanni (dipendente della Sem, procacciatore di contratti). Vincenzo Cerullo (che si occupava di falsificare la documentazione), Bruno Diana (trattorista), Giuseppe D’Ausilio (dipendente della Siser) e Vincenzo Grieco. Ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi, falsamente classificati come compost di qualità, in realtà venivano smaltiti illecitamente su fondi agricoli di persone compiacenti senza alcuna trasformazione o recupero degli stessi. Infatti la cessione di elementi inquinanti contenuti in tali rifiuti e il loro assorbimento nelle coltivazioni delle aree interessate agli sversamenti e occultamenti, avrebbero determinato la nocività dei prodotti agricoli con conseguente pericolo per la salute dei consumatori. Nel corso dell’operazione, fu anche sequestrato lo stabilimento della Siser il cui valore, con strumentazione e automezzi, ammonta a circa un milione e mezzo di euro. L’udienza è slittata al 2 aprile del prossimo anno.