I primi cittadini ribattono: «Siamo stati noi a impedire che ci fossero incidenti violenti» A discolpa fotografie e filmati

Blocchi a Pustarza: «È stata capovolta la verità»

Sindaci e amministratori contestano le conclusioni della Procura di Napoli che ha indagato 17 persone
7 novembre 2008 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Ariano Irpino. La Procura della Repubblica di Napoli riceverà una valanga di filmati, foto, memorie scritte e documenti dai 17 destinatari degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari relative alle vicende che si succedettero, dal 16 febbraio scorso, a Savignano, Ariano Irpino, Grottaminarda e Avellino, a seguito dell'avvio dei lavori per i carotaggi a Pustarza. Le ipotesi di reato indicate nel provvedimento emesso congiuntamente dal procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, e dai sostituti Giovanni Galasso e Barbara Affinita, vengono contestate vivacemente. Innanzitutto dai sindaci di Savignano, Oreste Ciasullo, di Ariano Irpino, Domenico Gambacorta, di Montaguto, Giuseppe Andreano e dell'ex di Greci, Donatella Martino, ritenuti responsabili del blocco ferroviario allo scalo di Savignano il 18 febbraio scorso. «E' veramente incomprensibile - sostiene Ciasullo - l'accusa rivolta ai primi cittadini. Innanzitutto perché quel giorno di sindaci con la fascia tricolore ce n'erano di più e in secondo luogo perché c'è un documento inconfutabile: nel momento in cui si stava verificando l'invasione di dimostranti sui binari della ferrovia di Savignano, io e altri sindaci stavamo in riunione sul Comune, a distanza di alcuni chilometri. In quella sede è stato stilato un documento inviato ai Prefetti di Avellino e Foggia per rappresentare i rischi che si correvano per il mantenimento dell'ordine pubblico. Se nel pomeriggio non fossimo stati noi sindaci a calmare la popolazione e a chiedere un colloquio con il Prefetto di Avellino, probabilmente ci sarebbe stata una carica della Polizia sui dimostranti, con conseguenze facilmente immaginabili. C'è in questo provvedimento un rovesciamento della verità che sicuramente dimostreremo». Non meno tenero nei confronti dei magistrati napoletani è l'ambientalista Anselmo La Manna, ritenuto il vero responsabile di tutte le vicende verificatesi a Savignano e Ariano. "Mi recherò domani (oggi, ndr) - sostiene - dal procuratore D'Emmanuele. Sono io che intendo sapere che fine ha fatto l'indagine per i fatti di Grottaminarda e di Pustarza. Sono io la vittima di un'aggressione e non i poliziotti. I testimoni possono confermare che mi sono battuto per evitare il linciaggio al dirigente della Digos Cutolo". Amarezza e sconcerto palesa anche l'avvocato Giovanni La Vita, che ha annunciato le dimissioni da segretario del Partito Socialista arianese. "La sintesi delle indagini - sostiene in una nota - palesano un condegno esclusivamente repressivo che mira a colpire solo alcuni dei manifestanti, addebitando la consumazione di reati gravissimi, nemmeno lontanamente ipotizzabili nei confronti di chi ha contestato legalmente solo le tante violazioni in materia ambientale commesse da altri”.

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