Rifiuti, 100 milioni per l’impianto anaerobico
Un sito a digestione anaerobica nel depuratore comunale. Questo il succo del progetto, deliberato dall'amministrazione guidata dal sindaco Achille Cennami, attraverso un provvedimento di giunta, e che sarà presentato, questa mattina, all'assessorato regionale all'ambiente, per aderire a un bando di selezione (pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione n. 33 del 18 agosto scorso) inerente la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti urbani. Il Comune di Mondragone ha rilevato il progetto da un pool di esperti del settore, che collabora nella stesura dei piani di lavoro, con la facoltà di ingegneria della Federico II. L'impianto, se riceverà una porzione dei finanziamenti regionali pari a cento milioni di euro, permetterà la valorizzazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani, per ottenere biogas utilizzabile. Una vera e propria rivoluzione del settore sul litorale domizio, che consentirà di produrre energia elettrica, separando la parte solida del prodotto trasformato biologicamente, da utilizzare come fertilizzante nei terreni del comprensorio e modificando il rimanente (il liquido). Il tutto garantirebbe la ripresa del funzionamento dell'attuale depuratore comunale e la conseguente bonifica del mare e del fiume Savone. L'impianto, inoltre, che da una parte funzionerebbe come sito di compostaggio, raccogliendo quotidianamente cinquanta tonnellate di rifiuti, potrebbe garantire anche la vendita di acqua riciclata, direttamente alle industrie interessate. Il sindaco, sostenitore del progetto, ha già annunciato in una riunione tenutasi mercoledì sera, con i rappresentanti dei comitati di quartiere, la possibilità di utilizzare il depuratore per la realizzazione del sito anaerobico. Non è d'accordo alla costruzione del digestore sul territorio, il presidente del circolo locale dei Verdi, Giancarlo Burrelli. «Potrebbe essere una buona idea - dichiara l'ambientalista - ma i problemi a Mondragone sono ben altri. Il primo è che in città non esiste nessun tipo di raccolta differenziata, tanto meno quella dell'umido. Si dovrebbe prima partire dalla testa e poi risolvere la questione dello smaltimento». Per Burrelli, tra l’altro, la dislocazione dell'impianto è improponibile.