Prodi ultimo atto
Se il governo Berlusconi ci aveva regalato come suo ultimo atto una pessima legge delega in tema ambientale, anche l'ultimo atto del dimissionario governo Prodi, non è stato da meno.
L’ordinanza con la quale ha concesso i CIP6 agli inceneritori campani sarà infatti ricordata come una pessima marcia funebre che ha avuto l’unico -si fa per dire- merito di aprire gli occhi anche ai più sprovveduti circa il business correlato all’incenerimento dei rifiuti, sempre che ancora qualcuno nutrisse dubbi al riguardo. Infatti, dopo che la gara per gli inceneritori in Campania era andata deserta proprio perchè i ben noti incentivi (CIP6, denaro preso dalla bolletta della luce di tutti gli italiani…) parevano in forse, la firma dell’ordinanza che ha riconosciuto tali agevolazioni ai tre inceneritori, ha riaperto la corsa, dimostrando che, solo grazie a questi anomali incentivi l’incenerimento è un buon affare per il gestore. Grazie a questi assurdi benefici infatti si garantisce ai gestori di questi impianti per i decenni a venire, fino a 50 euro per ogni tonnellata di rifiuti inceneriti. Chi avrà interesse a ridurre i rifiuti, a fare sul serio la raccolta differenziata, a promuovere il “porta a porta” se quanto più si brucia tanto più si guadagna? Ecco forse perché...
tanti ostacoli ad allargare l’illuminante esperienza di Forlimpopoli e di tanti altri comuni in Italia!
Cosa ci resterebbe da bruciare se anche il 20% di residuo non riciclabile può essere trattato non in impianti insalubri quali gli inceneritori, ma in impianti di trattamento meccanico-biologico o addirittura diventare utile sabbia sintetica attraverso processi di estrusione?
Anche se è rimasta la notizia più censurata dai media, ormai buona parte dei cittadini italiani sa che solo il nostro Paese sovvenziona con denaro pubblico la "termovalorizzazione" dei rifiuti, diventati per legge fonte energetica rinnovabile. Gran parte dei paesi europei (Belgio, Danimarca, Austria, Svezia) tassano, anche pesantemente, la "termovalorizzazione" con l'esplicita motivazione di incentivare il riciclo e la riduzione alla fonte. Negli Stati Uniti queste sovvenzioni sono state abolite a partire dagli anni Novanta e da quella data la costruzione di inceneritori in USA si è bloccata.
Con la recessione e l’impoverimento dilagante anche nel nostro paese solo dei folli possono pensare di continuare a bruciare risorse quali sono i nostri rifiuti che altro non sono che plastiche, carta, legno, metalli…. se li bruciamo ci rimangono cenere, veleni e malattie: ne vale la pena? “Il riciclaggio di materiali raccolti alla fonte con buona differenziazione provoca minor impatto ambientale rispetto alla termovalorizzazione”: non lo hanno detto ambientalisti dell’ultima ora ma la “Confederation of European Waste-to–Energy Plant”, ovvero gli stessi gestori di impianti di incenerimento in uno studio commissionato nel 2004 e consultabile su www.cewep.com!
Con la raccolta porta a porta, il riciclo, il riuso quindi risparmio di risorse, posti di lavoro stabili, salute…. scusate, ma cosa aspettiamo ancora? A Novara, dove la raccolta porta a porta funziona da anni, le aziende agricole che ricevono i residui organici hanno visto aumentare fino al 25% le loro produzioni ed hanno di pari passo ridotto l’uso di fertilizzanti chimici.
Possibile che ci voglia tanto a capirlo, specie da noi, nella pianura padana, dove la desertificazione è ormai purtroppo qualcosa di più di un rischio incombente?
La campagna elettorale è partita alla grande, ma al di là delle chiacchiere i cittadini chiedono fatti e sul problema dei rifiuti hanno le idee molto chiare, la “cura” è: raccolta domiciliare porta a porta con tariffa puntuale (chi si comporta in modo più virtuoso deve essere premiato!) e trattamenti a basso impatto ambientale per la quota residua. Quando si chiariranno le idee anche politici ed amministratori? Siamo stanchi di aspettare: quando ai problemi ci sono soluzioni semplici e consolidate la pazienza è sempre troppa: cosa direste al medico che vi nega l’antibiotico se avete una broncopolmonite? Ormai non c’è più nulla da sperimentare e come con gli antibiotici la “cura” dei rifiuti va fatta a “dose piena” e non pressappoco, quindi “porta a porta” subito e per tutti!
Da anni e anni questo è quello che andiamo dicendo, a quest’ora tutta Forlì poteva avere raggiunto i traguardi di raccolta differenziata di Forlimpopoli, dimostrando la totale inutilità della triplicazione dell’inceneritore di HERA.
E sia chiaro per tutti: non ne possiamo più di vivere in un ambiente sempre più avvelenato e soprattutto di finanziare di tasca nostra chi l’avvelena!