Policlinico, discarica con bare abbandonate
Rifiuti ospedalieri smaltiti come rifiuti solidi urbani, ma soprattutto indumenti appartenuti a persone decedute, sacchi con i quali venivano trasportati i cadaveri e persino resti di bare abbandonate all’interno del Policlinico Federico II. Finisce in una dettagliata informativa indirizzata in Procura il blitz messo a segno l’altra sera dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico). Sei le persone denunciate: tra loro c’è anche il direttore sanitario del secondo Policlinico, Luigi Quagliata. Ma procediamo con ordine. I carabinieri del Noe, coordinati dal maggiore Giovanni Caturano, sono entrati in azione per verificare un sospetto: l’esistenza - denunciata il 22 settembre scorso dal consigliere comunale di Alleanza Nazionale, Andrea Santoro - di presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti prodotti dall’obitorio giudiziario del Comune di Napoli all’interno del secondo Policlinco. Sospetti fondati, quelli denunciati dal consigliere comunale. A pochi metri di distanza dall’edificio che ospita l’obitorio, in via Pansini, i militari guidati dal capitano Achille Sirignano hanno trovato una serie di rifiuti abbandonati. C’era di tutto: resti di computer, gabinetti, latte e contenitori di uso medico; ma il campionario degli orrori non era ancora completo: e l’attenzione dei carabinieri ecologici è caduta poco più in là, dove - nella massa informe di rifiuti che erano, appunto, smaltiti come rifiuti urbani, comparivano addirittura i sacchi usati per trasportare i corpi senza vita destinati all’obitorio, ma anche pezzi di legno, resti di bare, e persino gli ultimi indumenti indossati dalle persone morte. Oltre al direttore sanitario, i carabinieri hanno denunciato il direttore del servizio cimiteriale del Comune di Napoli, Francesco Crispino, Mario Chianese, responsabile della unità operativa del servizio Cimiteri di Palazzo San Giacomo; denunciati anche tre responsabili della ditta che si occupa di trasferimento e smaltimento dei rifiuti: si tratta di Lucia Bifolco, Marcello Toscano e Vincenzo Ruopolo. Tutti devono rispondere del reato di gestione illecita di rifiuti. Inquietante la coincidenza che riporta alla ditta denunciata ieri: la stessa finita nel mirino di un’altra inchiesta della Procura di Napoli per una vicenda che cerca di far luce su un presunto smaltimento illecito di rifiuti cimiteriali. Secondo l’accusa, il ritrovamento di ieri dimostrerebbe che indumenti di cadaveri, sacchi e anche bare venivano smaltiti in maniera non corretta: finivano in discarica quando, invece, trattandosi di rifiuti sanitari, dovevano seguire procedure di smaltimento specifiche. Immediata la replica del secondo Policlinico : quei rifiuti erano stoccati in via provvisoria, sostiene il direttore sanitario Quagliata. «Non è stato contestato nulla a proposito dello smaltimento dei rifiuti», dichiara. Al Secondo Policlinico di Napoli, alle spalle dell'edificio che ospita l'obitorio, il numero 20, c'è un cartello giallo: «Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Università Federico II». «I rifiuti - aggiunge il direttore generale Giovanni Canfora - avrebbero dovuto essere smaltiti in tempi brevi, e non è avvenuto, ma questo non vuol dire che non saranno smaltiti e che al Policlinico abbiamo una discarica a cielo aperto». In serata l’amministrazione comunale ha precisato in una nota «di aver, già da alcuni giorni, affrontato il problema, stabilendo, per cautela, di elevare il grado di protezione attraverso l’osservanza di più rigide norme. Ciò è avvenuto utilizzando un codice per il trasporto e la distruzione di tali rifiuti che garantisca sul piano sanitario la massima tutela». L’amministrazione sta svolgendo «ogni opportuno accertamento per stabilire se vi siano stati comportamenti contrari alla vigente normativa che, di massima, sono da escludersi tenuto conto che il servizio è stato sempre affidato a ditte specializzate prevedendo lo smaltimento a mezzo di termodistruzione».