L’impianto di cremazione inquina: sequestrato
Montecorvino Pugliano. Nuovi sigilli all'impianto di cremazione. Il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, guidato dal tenente Giuseppe Ricchimuzzi, ha sequestrato l'impianto denominato Percorso Terreno e denunciato all'autorità giudiziaria il rappresentante della società Odl per aver attivato l'impianto in assenza delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera e per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali cimiteriali prodotti in assenza di autorizzazioni. Il blitz del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente ha interessato tutta l'Italia, i militari hanno compiuto una serie di accertamenti nei quarantadue impianti dislocati nell'intero territorio nazionale. Tra questi è finito nuovamente nel mirino del Noe il Cemeterium di contrada Cerra, situato al fianco del cimitero comunale ed a meno di cinquecento metri dal municipio. «Quell'impianto di cremazione è stato costruito dalle precedenti amministrazioni comunali - chiarisce subito il sindaco Domenico Di Giorgio - al governo del paese c'era la giunta guidata da Giuseppe Palo. Era l'inizio degli anni 2000. Le cave di estrazione, il cemento, e le discariche dei rifiuti imperversavano. Noi combattiamo per riportare la giustizia combattendo gli immorali. La maggioranza comunale che guido appena si è insediato si è subito preoccupata di capire ed accertarsi anche sul funzionamento dell'impianto di cremazione. Al Comune abbiamo prodotto delibere, atti e fatto fare controlli sia sulla procedura dell'intervento amministrativo che sulle garanzie ambientali. Confesso che nutro molti dubbi rispetto alle norme amministrative. Ed in verità l'intervento di ieri delle forze dell'ordine non mi sorprende affatto. Noi siamo con lo Stato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha avuto modo di conoscerci per la vicenda dell'immondizia ci guarda con interesse. Noi apparteniamo alla legalità. Questa azione delle forze dell'ordine è frutto anche di nostro denunce contro chi non le rispetta». In passato i gestori del Percorso Terreno si sono resi protagonisti di inquinamento ambientale con lo smaltimento illecito, mediante l'interramento di rifiuti speciali non pericolosi, e nello specifico, ceneri derivati da combustione e materiale ferroso. A Montecorvino Pugliano da quando è nato l'impianto sono moltissimi i cittadini che si lamentano anche per la cattiva gestione della struttura. Diverse volte è capitato di vedere trasformata l'area vicina all’impianto, compreso l'ingresso del cimitero comunale, in una discarica di rifiuti cimiteriali provenienti dai residui della cremazione. E nell’agosto dell’anno scorso i militari del Noe a seguito di segnalazioni intervennero e sequestrano tutta l'area intorno al forno di cremazione sempre per violazioni alle norme relative allo smaltimento dei rifiuti speciali. L'impianto di cremazione di Montecorvino Pugliano ha un valore di oltre un milione di euro. E tra i quarantadue presenti in Italia è l'unico nel Mezzogiorno peninsulare, gli altri più vicini, infatti, si trovano a Roma e Palermo. Al Percorso Terreno il servizio costa intorno a 500 euro e vengono effettuate circa duecento cremazioni all'anno. La scelta di farsi cremare deve essere fatta in vita mediante un apposito testamento, oppure iscrivendosi ad una apposita associazione e l’area di Montecorvino viene scelta soprattutto da persone residenti nell’hinterland napoletano. Le ceneri dei morti, secondo la legge, vanno riposte in appositi contenitori di materiale resistentissimo, chiuse e ben sigillate. Proprio queste norme sarebbero state violate inducendo i carabinieri ad apporre i sigilli. Un blitz, quello dei militari, che è stato salutato con soddisfazione a Montecorvino Pugliano dove c’è ostilità sia alle cremazioni in quanto tali che al modo con cui venivano gestite al Percorso Terreno.