Illeciti ambientali in Campania: un reportage fotografico

Non è certo necessario andare a curiosare in posti impensabili, per vedere con i propri occhi gli illeciti riguardanti i rifiuti in Campania. E non si tratta quasi mai di Rifiuti Solidi Urbani (RSU). La continua emergenza nel settore dei rifiuti ha fatto abituare la popolazione ai rifiuti per strada, e quindi paradossalmente a non far caso ai cumuli di scorie industriali abbandonati lungo le provinciali, lungo l'asse mediano, nelle campagne coltivate.
30 gennaio 2008 - Alessandro Iacuelli

Balle di stracci e copertoni. Si usa questa tecnica per eliminare i rifiuti liquidi pericolosi, che vengono versati sugli stracci, prima di dare il tutto alle fiamme Non è certo necessario andare a curiosare in posti impensabili, per vedere con i propri occhi gli illeciti riguardanti i rifiuti in Campania. E non si tratta quasi mai di Rifiuti Solidi Urbani (RSU). La continua emergenza nel settore dei rifiuti, che tiene stretta la Campania nella morsa di un dannoso commissariato straordinario da 14 anni, ha fatto abituare la popolazione ai rifiuti per strada, e quindi paradossalmente a non far caso ai cumuli di scorie industriali abbandonati lungo le provinciali, lungo l’asse mediano, nelle campagne coltivate.

In tutte le province campane sono stati realizzati significativi sequestri di siti di scarico abusivi, e ancora oggi non bonificati. La situazione è divenuta allarmante proprio con il prolungarsi dell’emergenza derivante dalla saturazione delle aree da destinare allo scarico di rifiuti, le cosiddette “discariche legali”. In tale occasione la camorra ha cercato...
di dirottare lo smaltimento verso siti privati propri, generando gravi situazioni per la salute e la sicurezza pubblica. Particolarmente attivi in tale settore sono 10 diversi clan, che si sono suddivisi il territorio delle province di Napoli e Caserta, le più colpite.

Da ormai 15 anni, la Campania è il crocevia dello smaltimento dei rifiuti provenienti da ogni regione, affare che ha fruttato, e frutta, enormi guadagni alla camorra ma anche alle altre organizzazioni criminali e ad altri individui, ci si riferisce ai cosiddetti criminali dal colletto bianco: amministratori, chimici analisti, impiegati.

Proprio l’abbondanza di questi materiali tossici, ha portato la regione non solo in uno stato di emergenza rifiuti, ma soprattutto in una grave emergenza ambientale, che si sta trasformando in emergenza sanitaria.

Le modalità tipiche delle ecomafie campane sono più di una.

In caso di materiali solidi, come metalli, o scarti dell’industria della ceramica, i camion carichi di rifiuti giungono, nelle ore notturne, in corrispondenza di buche, spesso ex cave di sabbia e materiali per l’edilizia; le buche vengono riempite di rifiuti e poi vengono immediatamente coperte. Quando non è possibile coprirle, il materiale sversato viene invece dato alle fiamme. Inutile precisare che questo tipo di scarico comporta gravi infiltrazioni indirette di sostanze tossiche sia nelle falde acquifere sia nel terreno.

Quando si tratta di sostanze come fanghi di depurazione o rifiuti industriali liquidi, ancora più pericolosi, questi vengono versati direttamente nel terreno, con conseguenze gravissime. Recenti analisi chimiche dei terreni hanno evidenziato alte concentrazioni di diossina, mercurio, arsenico, amianto. Migliaia di persone sono esposte a sostanze tossiche per decenni.

Spesso, quando si ha a che fare con sostanze che potrebbero esplodere, si preferisce versare il liquido pericoloso in grandi balle di stracci, scarti di industria tessile. In tal modo, si può appiccare il fuoco, aiutandosi con qualche copertone che nelle campagne campane non manca mai, usando gli stracci come antidetonante, ottenendo così la combustione senza il pericolo di esplosioni.

Negli ultimi tempi, la situazione si sta aggravando: l'attività di abbandono di rifiuti richiede spazio, e lo spazio delle provincie di Napoli e Caserta è andato negli anni saturandosi. Così, mentre i clan del basso casertano cercano e trovano nuovi spazi nel Lazio meridionale e nel frusinate, i clan della zona nord di Napoli stanno stringendo d'assedio la città, che con il passare dei mesi si ritrova sempre più compenetrata dalle discariche abusive. In pratica, un fenomeno che è sempre stato tipico delle province, sta ora raggiungendo i confini del centro città, e Napoli stessa ora si trova assediata da rifiuti speciali, spesso velenosi, che invadono le sue strade.

Infatti, le foto che si possono osservare si riferiscono a zone di campagna limitrofe agli abitati di Afragola e Caivano, che fanno parte del grande agglomerato urbano della città di Napoli.

La tecnica usata qui è tanto elementare quanto cinica. I camion, e dalle forme dei cumuli di rifiuti dovrebbe trattarsi di piccoli furgoni che fanno più viaggi, arrivano nella zona, e versano le sostanze o nei pressi dei viadotti dell’Autostrada del Sole o dell’Asse Mediano, o direttamente entro gli argini dei canali dei Regi Lagni.

Quando la zona si satura troppo di rifiuti, mediante un segnale convenuto, che può essere un mobile rovesciato o altro, si sospende lo sversamento e si da fuoco ai cumuli di rifiuti, riguadagnando spazio dove riprendere a sversare.

Il tutto, come le foto testimoniano, in una zona agricola, con serre e campi coltivati, dove le attività lavorative proseguono. Certo, è difficile immaginare il sapore e la consistenza dei cavolfiori e delle lattughe che si vedono nelle immagini, ma probabilmente si tratta proprio delle verdure che incrociamo quotidianamente sulle nostre tavole.

Note: http://campania.peacelink.net/gallerie/gallery.php?id=4
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