Ganapini lascia la presidenza di Greenpeace «Il termovalorizzatore di Acerra? Vedremo»
Dodici giorni fa l'ex presidente dell'Anpa Walter Ganapini, allora consulente per l'emergenza rifiuti del governatore della Campania, da oggi neoassessore all'ambiente della giunta Bassolino, aveva espresso — in una intervista al Corriere del Mezzogiorno —il suo incondizionato «no» al termovalorizzatore di Acerra. Ganapini, alla sua seconda esperienza da assessore dopo quella di Milano, con delega sempre all'ambiente nell'ultima giunta Formentini, era di fatto l'indiscusso baluardo della teoria sull'inutilità degli impianti.
E adesso, professore, come la mettiano? Entra in giunta il partito del no?
«No. Entra un modesto tecnico che punta, con il suo contributo di esperienza, a far si che tutta l'Italia rimanga in Europa e che in Campania si esca dalla crisi».
Quindi no agli impianti?
«Ne parleremo al momento dovuto».
Certo ma la crisi, Acerra...
«Queste discussioni non si fanno in astratto. Se la differenziata raggiunge valori come a Baronissi o Atena Lucana si va in autonomia in tempi brevi. Dipende, in sostanza, dai numeri che si raggiungono e dalla creazione di un moderno ciclo industriale nella gestione dei rifiuti».
Che comprende anche i termovalorizzatori?
«Una differenziata fatta ovunque: a Napoli e tra le province partenopea e casertana partiremo con una nuova modalità, intervenendo sulle grandi utenze per la carta e gli imballaggi. Poi una manutenzione moderna dei sette cdr che ci sono in Campania e la creazione delle strutture necessarie per il compostaggio al fine di fornire supporto, con il compost di qualità, all'agricoltura di questa regione. Per tutto questo è necessario avere un assessorato all'altezza di questa emergenza. E vanno riformati anche i livelli istituzionali: su tale fronte consiglio e giunta sono già al lavoro».
Detto questo, sul piano del trattamento finale?
«Io mi attengo a quello che dice la Commissione Ue e la normativa europea».
Ovvero?
«L'incenerimento è una tecnica ammessa. Ma non è una tecnica che garantisce recupero energetico e di materia. La Commissione europea l'ha fatta cancellare dalle tecniche di riciclaggio perché, per la logica di Kyoto, in Europa bisogna produrre sempre meno emissioni addizionali e al massimo si potrebbe parlare di emissioni sostitutive. E qui c'è il grande ruolo che possono svolgere strutture esistenti come le centrali termoelettriche o i cementifici».
Insomma i termovalorizzatori?
«Ne parleremo quando sarà il momento».