Avviata in quattro comuni la ricognizione a tappeto delle discariche abusive che sviliscono l’area protetta

Scatta l’operazione Taburno pulito

Il presidente dell’Ente parco: stop al malcostume di turisti e residenti
15 ottobre 2008 - Domenico Zampelli
Fonte: Il Mattino

Taburno Camposauro, scatta l’operazione Parco pulito, con una serie di sopralluoghi curati finalizzati a combattere la piaga delle micro discariche abusive presenti in molti punti del territorio protetto. L’iniziativa, che rientra nei progetti di promozione dell’area curati dall’Ente parco, mira a contrastare un fenomeno che si ripresenta con triste e particolare virulenza in concomitanza con la stagione estiva, rappresentandone sotto certi aspetti l’amara coda. In questa prima fase i paesi interessati sono stati Solopaca, Bucciano, Foglianise e Vitulano. È quindi possibile indicare una prima black list delle micro discariche: vi rientrano le località Tuoro e Madonna delle Grazie (nel territorio comunale di Bucciano), Coste, Mazzella, Acquara, Crocevia Sala, Caccianese, Sala, Consortile Vitulanese (Foglianise), Camposauro, Cappella, Chiaria, Aria del Palillo, Santo Stefano, Carpineto di sopra e di sotto Corno (Vitulano), Fonzi e Vado della Lota (Solopaca). Ma è un’operazione che proseguirà, e che soprattutto è finalizzata ad un più attento controllo del territorio. «Un’esigenza questa fondamentale - commenta il presidente dell’Ente parco Clemente Di Cerbo - in quanto la preservazione dell’ambiente nell’area protetta rappresenta il presupposto fondamentale ed imprescindibile per ogni politica di gestione che miri ad essere realmente efficace. Certo l’estensione del territorio ed una radicata, brutale e negativa costumanza non depongono a favore ma proprio per questo il nostro sforzo deve essere maggiore in questo senso». Da più parti, durante la scorsa stagione estiva, si erano levate proteste e grida di allarme per l’ecosistema, già violentato da anni di incuria ed abbandono che avevano trasformato angoli di rara bellezza in impressionanti sversatoi, con oggetti di ogni tipo abbandonati, finanche rifiuti speciali come nel caso delle pensiline di amianto trovate qualche anno fa. Emblematica l’agonia del torrente Jenga. Ma non era neanche difficile trovare rottami, gomme, scarti di lavorazione e calcinacci. Una pubblicità non buona per il Taburno Camposauro, specie se unita alla pessima condizione della viabilità, all’assenza di una tabellonistica per i turisti ed alla mancanza di pacchetti capaci di trasformare il turismo mordi e fuggi in presenza più allungata. Proprio il turismo mordi e fuggi rappresenta uno dei principali fattori da modificare: i visitatori giornalieri, infatti, passano spesso indiscriminatamente su prati e zone verdi, senza offrire nulla all’economia locale se non un lascito di spazzatura che poi le singole Amministrazioni devono smaltire, con il conseguente incremento dei costi che alla fine si ripercuote sulle singole comunità. «L’Ente parco sta ricercando le opportune soluzioni per cambiare questo stato di cose - annuncia Di Cerbo - con una serie di iniziative mirate da un lato a favorire l’attività imprenditoriale nel territorio protetto e dall’altra a sensibilizzare le popolazioni verso un diverso approccio con la natura, partendo dagli alunni delle scuole».

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