Via a petizoni e cortei di protesta, sbarca negli Usa il caso Formicoso

Formicoso, la protesta si trasferisce oltreoceano. Sono numerose le iniziative che la comunità andrettese negli Stati Uniti e la Federazione delle Associazioni campane Usa stanno mettendo in campo per provare a dare il loro contributo nella battaglia per la salvaguardia del Formicoso contro la discarica di Pero Spaccone. Degna di nota è la petizione avviata tra i numerosi cittadini irpini residenti negli Stati Uniti per lo «Stop Discarica Formicoso!» che ha già ricevuto centinaia di adesioni. Ma i cittadini altirpini migranti oltreoceano non si sono voluti limitare ad una raccolta di firme. Dopo aver partecipato alla manifestazione di agosto sul Formicoso, hanno preparato striscioni e slogan per una giornata di protesta negli States che dovrebbe andare in scena, in maniera anche clamorosa, già durante questa settimana. Un modo per attirare l'opinione pubblica nazionale e mondiale sulla questione Formicoso e provare a convincere il Governo italiano a cambiare obiettivi. Inoltre, è stata approntata una missiva di protesta inviata al Premier Berlusconi, pubblicata anche su una pagina acquistata su «America oggi», quotidiano italiano venduto negli Stati Uniti. Ma le iniziative di protesta non si fermano. Contro la discarica al Formicoso è sceso in campo anche Nicola Trombetta, Presidente della Federazione delle Associazioni campane negli Stati Uniti, cui aderiscono 55 associazioni di tutta la regione. «Sono rimasto stupefatto - scrive Trombetta - per come si vuole infierire su questa e su altre zone dell'Irpinia, con discariche non adatte al territorio. E' tempo di dire basta. Non bisogna far deturpare quel poco di buono che è rimasto: aria pura, pascoli verdi, acque limpide ed incontaminate. L'Irpinia e gli irpini hanno dato il loro contributo per lo smaltimento dei rifiuti. A nome delle 55 associazioni campane ed ai campani da me rappresentati mi associo alla gente di Irpinia»