Nel quartiere degli abusi un assedio dopo l’altro

Precari a caccia di strutture da occupare
10 ottobre 2008 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Mentre gli amici di Marco Nonno aspettano notizie da Poggioreale riuniti nella sede di «Nuovi Orizzonti», le mamme del 72° circolo assediano la municipalità. O meglio, assediano i locali di Soccavo dove gli assessori si sono trasferiti in attesa di poter tornare nell’aula consiliare di Pianura a occupata dai senzatetto vecchi e nuovi. Le donne urlano e chiedono di poter mandare i loro figli in classe: tre famiglie sfollate dal fabbricato sgomberato la scorsa estate si sono trasferite nelle aule e cento bambini restano a casa. La cittadella dell’abuso vive l’ennesima giornata di ordinaria follia. Una follia, che come tutte le follie, ha una sua logica stringente. Basta riconoscerne il filo. O i fili. Per dipanare il gomitolo conviene partire da una cifra: otto milioni. Sono quelli del contratto di quartiere. Da luglio hanno permesso l’avvio dei lavori per recuperare cinque fabbricati. Uno, quello di via dell’Avvenire, teatro delle proteste razziste dei giorni scorsi, dovrebbe ospitare un centro per la legalità, un altro (in via Grottole) diventerà un centro sociale, e gli ultimi tre (in via Napoli, via Parroco Simeoli e via Carrozzieri) saranno destinati ai senza tetto. I lavori termineranno tra due anni, ma precari e abusivi di ogni colore si stanno già organizzando per il nuovo assalto. Chi occupa strutture pubbliche si ritiene in pole position. Ma la possibile rivalutazione della zona crea aspettative anche negli imprenditori che sono interessati a ripulire la zona: dagli immigrati e dai rifiuti. «C’è un filo che lega le proteste contro la discarica con le rivolte contro gli immigrati dell’ultimo periodo», conferma il presidente della municipalità Fabio Tirelli. Secondo il gip Luigi Giordano (quello che ha firmato l’ordinanza sulle collusioni politici-ultrà) uno degli imprenditori interessati a mantenere il quartiere pulito sarebbe stato, ironia della sorte, Giorgio Di Francia, uno dei soci della Di.Fra.bi, colpita tra l’altro da interdittiva antimafia, la società che aveva gestito la vecchia discarica. Secondo la commissione sul ciclo dei rifiuti guidata da Massimo Scalia D Francia, e il suo socio, Francesco La Marca, avrebbero fatto arrivare a Pianura, tra gli altri, i rifiuti provenienti dall’Acna di Cengio. Secondo i magistrati, però, a gennaio i Di Francia si sarebbero improvvisamente trasformati in difensori dell’ambiente. In una delle telefonate riportate nell’ordinanza, infatti, l’imprenditore annuncia all’assessore Nugnes di aver fittato alcuni capannoni nelle vicinanze per bloccare tutto. Molte adesioni le raccoglie anche tra i proprietari delle case realizzate abusivamente a contrada Pisani. Ma l’interesse per la difesa della natura ha vita breve. Il governo Prodi a marzo dichiara i Pisani «sito di interesse nazionale». A sette mesi di distanza Crescenzo Mele, uno di quelli che continua a battersi per la rinascita del quartiere, denuncia: «Nell’area si sversa ancora illegalmente, ormai si è formata una nuova discarica totalmente abusiva». Nel quartiere degli abusi e degli assedi la tensione resta alle stelle.

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