Ganapini in Consiglio regionale, spunta l'ipotesi di un rigassificatore

Oggi la giunta presenta le linee guida del piano che riporterà la Campania all'ordinario (2010). Ieri se n'è discusso in assemblea
15 ottobre 2008 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
«Tutto concordato con il governo. Parlo quotidianamente con Bertolaso e Giannini». Eppure dei cinque inceneritori annunciati da Silvio Berlusconi nei programmi regionali non v'è ombra. 
Assessore regionale all'Ambiente e governatore oggi presentano le linea guida del piano che riporterà la Campania all'ordinario a commissariamento scaduto e cioé dal primo gennaio del 2010. Piano che prevede un road show di presentazione in tutta la regione.
Ieri, però, Walter Ganapini ha anticipato due-tre punti chiave in consiglio regionale durante il question time. Ebbene, stando ai conti dei suoi esperti, il fabbisogno di combustibile in Campania si aggira intorno ad un milione e 100-un milione e 300 tonnellate. «Fabbisogno soddisfatto — spiega Ganapini — dall'inceneritore di Salerno da 450 mila tonnellate e da almeno due linee di Acerra da ulteriori 450 mila tonnellate. In più abbiamo una quota importante di richiesta di combustibile da parte di cementieri campani e pugliesi per altre 150 mila tonnellate. Questo con appena il 20 per cento di differenziata. Ma se arrivassimo a quota 35 per cento il fabbisogno si abbatterebbe intorno alle 750 mila tonnellate ». Tutta questa distesa di dati per dire che per la Campania gli impianti di Salerno, Acerra e i cementieri sono «abbondantemente soddisfacenti».
Ma guai a eccepire che sia diverso da quello che una legge dello Stato ha già sancito. E cioé: impianti ad Acerra, Salerno, Santa Maria la Fossa, Napoli (Ponticelli), più il quinto da stabilire. Guai a eccepire, a Ganapini, che la Regione abbia un progetto differente dal governo. «Le nostre sono linee programmatiche — spiega ancora —, perché fino al 2009 i rifiuti sono di competenza di Bertolaso. Detto questo, fermo restando i due impianti di Acerra e Salerno, per gli altri ci sono i siti, ma non è ancora stata stabilita la tecnologia». Dunque? Ganapini la prende alla larga, parte addirittura dalla seconda guerra mondiale. «Tutte le metropoli del mondo — dice — fino alla seconda guerra mondiale avevano le discariche al centro città. Negli anni '90 si sono costruiti gli inceneritori. Dal 2000 si mira a programmi rifiuti zero che vuol dire 70 per cento di differenziata e il resto trattato a secco come a Marghera ». Insomma ancora una volta c'è uno scontro ideologico con il governo? «No — dice ancora l'assessore —. Dico solo che per quanto riguarda Napoli, che deve fare la sua parte, si potrebbe pensare ad un impianto di trattamento meccanico-biologico. Per quanto riguarda le ecoballe già stoccate ieri il più grande imprenditore italiano del settore, l'avvocato Cerroni, ha fatto un sopralluogo a Villa Literno perché è interessato ad investire in Campania realizzando un rigassificatore ». E Santa Maria la Fossa? Cassata? La legge non dice così. L'assessore però insinua un imbarazzo da parte del sottosegretario Bertolaso su quel sito. «C'è qualche imbarazzo — termina — relativamente alla pubblicazione dei verbali del signor Vassallo che ha indicato quel sito come cruciale non per i Casalesi, ma per la famiglia Schiavone. Credo, dunque, che Bertolaso abbia qualche difficoltà nel considerarlo ancora valido, mentre ci sono numerosi sopralluoghi di imprenditori che vogliono investire in questo campo. La Regione chiede solo di aprire al mercato, non vuole polemiche».
Powered by PhPeace 2.6.4