«Ordine di scuderia, fingere che tutto fosse in regola» Dura requisitoria in aula anche contro Bertolaso e Pansa

Falsi Cdr, le accuse dei pm ai commissari

«Rompiballe», chiesto il rinvio a giudizio per Marta Di Gennaro, Michele Greco e altri 23 indagati
11 ottobre 2008 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

«Una vicenda che se non fosse stata scoperta da questa indagine avrebbe portato a un nuovo e più grave disastro ambientale». Parole durissime, quelle del pm Giuseppe Noviello, riservate al prefetto Alessandro Pansa al termine della requisitoria dell’inchiesta «rompiballe». Aula 115, dinanzi al gup Raffaele Piccirillo, l’ultimo atto d’accusa contro la gestione commissariale per l’emergenza rifiuti si consuma in tre ore filate. I due pm - Noviello e Paolo Sirleo - chiedono il rinvio a giudizio di Michele Greco e Marta Di Gennaro, ex esponenti di vertice del commissariato, ma anche di capimpianto, manager ed esponenti delle forze dell’ordine. In tutto sono 25 le richieste di processo, che verranno discusse il prossimo 10 novembre. A lungo, i pm si soffermano però su Guido Bertolaso e Alessandro Pansa, ex commissari che non figurano tra gli imputati. Stando all’accusa, ci sarebbe stata continuità, un unico filo rosso che ha segnato la vita del commissariato antimmondizia. Dal 2005 al 2008 l’ordine di batteria è stato sempre «tacere e far credere», anzi «agire come se tutto andasse secondo le regole». Con l’obiettivo di evitare le indagini, dribblare l’azione della poliza giudiziaria, fare carriera. Nessun rilievo al falso Cdr fabbricato negli impianti Fibe, nessuna denuncia per il trasporto di rifiuto indifferenziato dentro e fuori gli stabilimenti della regione. A conferma delle accuse (falso, truffa e traffico di rifiuti), i due pm ricordano gli interrogatori resi da alcuni dei 25 indagati. Ma anche continui richiami a intercettazioni, sequestri e sommarie informazioni testimoniali raccolte di recente. Accuse al prefetto. Pansa è accusato di falso ideologico consumato assieme a Massimo Malvagna, ex ad Impregilo, per un «atto ricognitivo» del dicembre 2007. Non un contratto vero e proprio, ma un provvedimento amministrativo che avrebbe consentito le azioni di «revamping» (ristrutturazione) degli impianti in vista della futura gara d’appalto. Ecco le accuse del pm Noviello: «Non è mai stata tenuta in considerazione l’impossibilità della Fibe ad avere rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione. Né lo scarso livello qualitativo del cdr prodotto dagli impianti, con tanto di falsi codici cer. Senza l’indagine - aggiunge - il commissario avrebbe fatto sprofondare ancora di più questa regione nell’emergenza, in un nuovo disastro, ambientale ed economico. Chiunque avesse preso le redini di impianti e termovalorizzatore si sarebbe trovato a gestire rifiuti inquinanti, Cdr non a norma impossibile da trattare». Accuse a Bertolaso. C’è spazio anche per la gestione dell’attuale sottosegretario ai rifiuti, scandita dalle consegne di sempre: «Far finta che tutto andava bene». E i pm citano l’interrogatorio dell’imputato Michele Greco, ex vice di Bertolaso, manager dalla carriera «luminosa, per aver risposto ai desiderata»: «Abbiamo fatto riunioni ristrette - ricorda il pm citando Greco - c’erano De Biasio, Sorace, Iavazzo, Catenacci e, in un secondo momento, lo stesso Bertolaso. Nelle discariche finiva tal quale (cioé spazzatura, ndr). Bertolaso, già nell’ottobre 2006, diceva che bisognava realizzare discariche per il tal quale». È ancora l’interrogatorio di Greco a fare fede agli occhi dei pm: «Il subentro di Bertolaso aveva concretizzato in lui questo concetto di aprire discariche di tal quale nel 2007». Si torna in aula il 10 novembre, ora la parola passa ai difensori, tra cui Gaetano Balice, Lucio Caccavele, Orazio Cicatelli, Ilaria Criscuolo, Dina Cavalli, Giuseppe Fusco, Giuseppe La Greca, Alfonso Furgiuele, Stefano Montone, Luigi Tuccillo.

Powered by PhPeace 2.6.4