Governo a Napoli. Per Matteoli (An) sono «esagerati» i 3 anni di carcere, Maroni (Lega) critica il commissariamento ai Comuni inadempienti

Dubbi di Colle e ministri, alt al decreto rifiuti

Quirinale perplesso sull’urgenza. Berlusconi: lo approveremo la settimana prossima
Lorenzo Salvia
Fonte: Corriere della Sera - 11 ottobre 2008

La seduta è appena finita. Uno alla volta i ministri escono nel sole di Piazza Plebiscito. Facce scure, però. In prefettura restano Silvio Berlusconi, Roberto Maroni e il sottosegretario Guido Bertolaso. Discutono proprio del decreto legge sui rifiuti che il governo era venuto ad approvare qui, simbolicamente, a Napoli. Otto articoli che adesso tornano sui tavoli dei ministri per un «approfondimento», come si dice in questi casi. Tutto rinviato. Per i dubbi di mezzo governo (An e Lega) su un testo durissimo che prevede, ad esempio, fino a tre anni di carcere per chi abbandona un frigorifero in strada. E per l’irritazione che ci sarebbe al Quirinale, dove il testo del decreto lo hanno letto solo sui giornali.
È di pochi giorni fa la polemica tra Napolitano e Berlusconi proprio sui decreti legge. Con il presidente del Consiglio che diceva di volerli «utilizzare al massimo» e il capo dello Stato che ribatteva di voler vigilare con «rigore e trasparenza». Eppure del decreto legge sui rifiuti il presidente della Repubblica non è stato informato da nessuno. Ma non ci sarebbe solo questo difetto di comunicazione all’origine dello stop di ieri. Al Quirinale avrebbe provocato sconcerto una strana asimmetria. Da una parte il governo considera chiusa la fase più difficile dell’emergenza Campania, tant’è che proprio ieri il sottosegretario Bertolaso ha invitato a Napoli i rappresentanti dell’Unione europea per toccare con mano il cambiamento. Ma è lo stesso governo a introdurre nuove tipologie di reato per decreto legge, strada che secondo la Costituzione può essere percorsa solo in casi «straordinari di necessità ed urgenza». Insomma, o l’emergenza c’è ancora, e allora i decreti legge sono giustificati. Oppure non c’è più, e allora la strada maestra (e più lenta) è quella dei disegni di legge con relativo esame in Parlamento.
Se ne riparlerà, dunque. Anche perché sono stati ben cinque i ministri che hanno manifestato qualche dubbio sul merito del decreto. Altero Matteoli (Infrastrutture) ha giudicato «esagerato e sproporzionato » il carcere fino a tre anni per chi abbandona rifiuti per strada. Roberto Maroni (Interno) ha bocciato la procedura prevista per il commissariamento dei Comuni inadempienti e il fatto che il decreto valga solo per la Campania. Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha preso parzialmente le difese dei writers, i ragazzi che disegnano murales. Dubbi anche da Angelino Alfano e Roberto Calderoli e pure da Confindustria perché, così com’è, alcune norme avrebbero complicato la vita (e i conti) delle imprese. Insomma, tutto da rifare. Anche se in conferenza stampa Silvio Berlusconi è ottimista: «Il decreto sarà approvato la settimana prossima. Ma stiamo soppesando con il buon senso del padre di famiglia le misure perché non siano eccessivamente pesanti».

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