IL DIBATTIMENTO

Il presidente non risulta titolare di immobili e conti correnti

Il processo riprenderà il 12 novembre davanti alla quinta sezione penale
3 ottobre 2008 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

Le fasi del processo La «caccia» al patrimonio di Bassolino è un leit motiv del processo alla cabina di regia del commissariato antirifiuti in Campania. È il marzo del 2008 quando in aula, dinanzi al gup Marcello Piscopo - il giudice che ha firmato il rinvio a giudizio del governatore, per truffa, falso, frode e abuso d’ufficio - i curatori speciali della Regione Campania chiedono accertamenti e sequestri a titolo conservativo. Un’istanza che viene respinta - è bene chiarirlo subito - ma che basta da sola a sollevare un caso. Una richiesta respinta che mise comunque in moto interrogativi, anche da parte di 19 comuni costituiti parte civile nel corso del procedimento. Quali sono i beni di Bassolino? In cosa consiste il patrimonio della carica amministrativa più rappresentativa della Campania? Domande a cui è impossibile rispondere, viste le più elementari norme che tutelano la privacy di una persona, che restarono per giorni in attesa di una risposta del gup. Scrivevano i due legali rappresentanti della Regione Roberto Fiore e Pino Vitiello: «Si richiede il sequestro conservativo dei beni immobili e di tutte le somme depositate presso qualsiasi banca o istituto di credito, sotto forma di conto corrente, libretti di risparmio, libretti al portatore, a nome degli imputati, nonché somme o cose a loro dovute a qualsiasi titolo». Un’istanza corredata da un elenco di beni riconducibili ad alcuni dei 28 imputati (che spaziava da case al mare o barche) rigettata dal gup per il quale non bastavano i gravi indizi di colpevolezza per motivare un atto invasivo come il sequestro conservativo: «Non c’è periculum in mora che faccia apparire fondato un futuro depauperamento del debitore», aveva spiegato il giudice. Anche di fronte ad accuse per reati gravi come quelli sottoscritti dalla Procura, mancano gli estremi per un sequestro conservativo, un provvedimento che non ha comunque precedenti nei processi in materia di pubblica amministrazione. Eppure, stando all’indagine svolta dai due legali in veste di curatori speciali della Regione, il governatore Bassolino non risultava intestatario di beni, non risultava formalmente proprietario di beni o conti correnti personali, di immobili. Erano le stesse parti civili che chiedevano accertamenti alla guardia di finanza, in uno scenario investigativo che a distanza di mesi fa registrare nuovi colpi di scena. Come il lavoro svolto sotto traccia dai detective della polizia tributaria, che hanno notificato un avviso di garanzia e che sono specializzati proprio nella caccia ai patrimoni.

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