Indagini nate da uno stralcio del fascicolo sul commissariato Ora possibili le perquisizioni i fatti risalirebbero al 2006

Reati ambientali, indagato il governatore

Nuovo avviso per Bassolino: violazione delle norme sulla gestione del ciclo sui rifiuti. Scattano gli accertamenti patrimoniali
3 ottobre 2008 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

È un reato ambientale l’ultimo capo d’imputazione a carico del governatore della Campania Antonio Bassolino. Un reato che risale al 2006, allo stesso periodo nel quale la Procura di Napoli portava a conclusione il filone principale delle indagini sulla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania e dava inizio a una seconda inchiesta sulla gestione del commissariato antirifiuti, poi passata agli atti con l’espressione in codice di «rompiballe». Sono stati i militari del nucleo di polizia tributaria, guidati dal colonnello Sandro Baldasari, a notificare la nuova informazione di garanzia, recapitata all’avvocato Giuseppe Fusco, storico difensore del presidente della Campania Bassolino. La nuova tegola giudiziaria è dunque uno stralcio dell’inchiesta madre sulla gestione dei rifiuti, che vede imputato il numero uno di Palazzo Santa Lucia dinanzi alla quinta sezione penale del Tribunale di Napoli. Bassolino - assieme agli ex vertici della Impregilo e agli ex subcommissari come Vanoli, Facchi e Acampora - risponde di truffa, falso, frode in pubbliche forniture, per gli anni in cui ha rivestito il ruolo di commissario all’emergenza rifiuti. Ora, accanto alle accuse principali, arriva una nuova contestazione per violazione delle norme ambientali nella gestione di un ciclo industriale che sarebbe dovuto passare - come da contratto con la Impregilo - attraverso i sette impianti di Cdr e la realizzazione di due termovalorizzatori. L’avviso di garanzia porta la data del primo ottobre ed è firmato dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara. Sono gli stessi inquirenti titolari delle indagini sulla gestione commissariale per l’emergenza rifiuti, gli stessi titolari di accertamenti patrimoniali e contabili negli uffici delle società collegate al gruppo della Impregilo. Ora, alla luce del nuovo atto garantito, non si escludono nuove mosse da parte dell’ufficio inquirente. Potrebbero scattare altri accertamenti patrimoniali, indagini su beni riconducibili al governatore Bassolino, richieste di acquisizioni documentali, perquisizioni mirate. Potrebbero essere queste la nuova strategia della Procura di Napoli. L’inchiesta sul ciclo raccolta rifiuti è finora sfociata in due inchieste parallele: quella già a dibattimento che coinvolge Bassolino; e la cosiddetta inchiesta «rompiballe», che vede coinvolto l’ex staff dirigente del Commissariato e della Protezione civile, all’epoca sotto la direzione dell’attuale sottosegretario Guido Bertolaso. In questo secondo caso, accanto alle accuse di truffa, risultano centrali altre ipotesi di reato: traffico e sversamento illecito di rifiuti e discarica abusiva. Una seconda inchiesta, quest’ultima, che è attualmente al vaglio del giudice per le udienze preliminari Raffaele Piccirillo e che prende le mosse nel 2006, nello stesso periodo in cui risale la nuova contestazione notificata ieri mattina dalla guardia di finanza, in un fascicolo giudiziario che resta ancora formalmente aperto. La Procura è a caccia di elementi a sostegno dell’ultimo capo d’imputazione. La violazione di norme ambientali potrebbe essere il primo passo di una vicenda giudiziaria ancora tutta da definire, nella quale va sempre e comunque sottolineata l’innocenza degli indagati, almeno fino a prova contraria.

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