E in prima linea ci sono le donne-coraggio
Chi crede nei segni del cielo può interpretare il sole di ieri come un assenso da Lassù. Il tempo è stato un alleato dei manifestanti, ha «addolcito» l'impetuoso e proverbiale vento del Formicoso rendendolo mite e gradevole. In una giornata incredibile per la capacità di mobilitazione della società civile, quel che ha impressionato più è stata la numerosissima partecipazione di donne, bambini, adolescenti. E non erano certo lì per scenografia, sono stati l'anima della imponente manifestazione contro la discarica. Donne, mamme, contadine, impiegate, operaie, professioniste, hanno dato una marcia in più apportando come contributo quel mix di fermezza, determinazione e concretezza, svuotando di retorica e luoghi comuni la protesta. Hanno portato i loro figli e i loro nipoti per insegnargli ad alzare la testa. A non soccombere mai, anche se si è nati in una terra lontana dai riflettori del villaggio globale. Da Andretta, Bisaccia, Calitri, Guardia, Sant'Angelo, Lacedonia, Aquilonia sono arrivate intere famiglie perché volevano e sapevano che la manifestazione di protesta doveva svolgersi senza caos, senza disordini. Dignitose fino in fondo. «La mia casa è a 200 metri dal luogo in cui vogliono fare la discarica, lì vivono i miei figli, i miei nipoti, in questa terra c'è il sudore di miei sacrifici - dice Luigia La Marca -. Quando è arrivato l'esercito mi è sembrato di ritornare indietro nel tempo, alla seconda guerra mondiale. I nostri bambini sono rimasti scioccati di fronte all'imponente numero di soldati. Una cosa so per certo: io e la mia famiglia non ci recheremo mai più in un seggio elettorale per votare». Lucia Fede, dipendente del Comune di Bisaccia, è una donna molto informata ma anche tanto arrabbiata: «Non sono una razzista, però oggi dico che gli abitanti di questa zona sono considerati ancora meno degli scafisti, la loro tragedia almeno trova spazio sulle tv nazionali, della nostra proposte finora nemmeno l'ombra». È graffiante e disperata la provocazione di Lucia: «Vorrei suggerire al Governo che dopo le pale eoliche e la discarica, prendano in considerazione il Formicoso per una centrale nucleare. A votare neppure io ci andrò più, o meglio solo per le comunali, al Parlamento si potrà candidare pure mio fratello, ma non avrà il mio voto. Aspetto al varco i politici per le elezioni di maggio, donerò loro dei carciofi». I ragazzi, gli studenti? Loro percepiscono la gravità della situazione, sono arrivati in autobus dalle scuole di tutta l'Alta Irpinia, da Sant'Angelo dei Lombardi finanche i bimbi di prima elementare. Innalzano striscioni, indossano magliette, intonano canzoni. Uno degli studenti del Liceo scientifico di Guardia, Vito Famiglietti, rivela: «Stiamo allestendo un sito internet su quello che sta accadendo». «Purtroppo - gli fanno eco le intraprendenti compagne di scuola Marilena Cignarella, Donatella Iannicelli, Rosa La Sala, Giulia Garro - a differenza di Chiaiano noi non facciamo notizia a livello nazionale, forse perché non scorre il sangue, non c'è la camorra. Troviamo vergognoso anche il silenzio di trasmissioni televisive di denuncia, come "Anno Zero". Tra l'altro Michele Santoro è originario di questa terra, di Monterverde. Abbiamo scritto alle Iene, a Striscia, finora nessuna risposta».