L’ira di Vinicio: «Chi dà voce a questa gente?»

Il cantautore Capossela: un furto quello della terra ma se la protesta è civile non interessa nessuno
3 ottobre 2008 - a. bal.
Fonte: Il Mattino Avellino

Andretta. Vinicio stringe mani e saluta parenti. «Ci vediamo dopo a pranzo», dice agli zii. Ma poi resta ben oltre l’orario previsto, quassù, quando non c’è più il sole ed il vento forte rischia di sollevargli pure l’immancabile cappello. Come «anestetizzato» da tanta presenza militare, passa al fianco di quella terra dove cantò ad agosto per salvare il Formicoso. Oggi il filo spinato gli impedisce di calpestarla, la terra. E lui prende la telecamera della compagna e la rivolge ancora verso quelle zolle dure, come a volerle «catturare» ancora. «Ci sono affezionato», confida. E nel suo sopralluogo consola una donna che chiede ai poliziotti di passare. Lui, il cantautore, quasi si commuove. É silenzioso dopo aver salutato la «sua» gente del Formicoso dal camioncino del comizio. «Parlano di federalismo - aveva spiegato - ed invece qui si decide che si fa una discarica, si recinta il terreno, si mandano i soldati e non si ha possibilità di controbattere». Vinicio Capossela, anche ieri, ha mantenuto la protesta: è sceso da Milano per essere sul Formicoso: «Quella che ad agosto era un’ipotesi s’è verificata davvero. É un furto, manu militari. Si sono presi la terra, come uno Stato straniero, e la difendono con l’Esercito. Una terra incontaminata, dura da lavorare ma generosa nei frutti. Ciò che è successo è sotto gli occhi di tutti - afferma il cantautore -. Solo che il Formicoso non fa notizia perchè qui c’è gente buona, che non incendia cassonetti e non fa guerriglia come a Chiaiano. Bisogna ammazzarsi o ammazzare, bruciarsi vivi perchè lo Stato s’accorga di ciò che ha fatto qui, un furto difeso con i soldati, e la possibilità di poter buttare dentro tutto quello che vuole, senza che nessuno possa controllare, verificare? La gente? Quella non conta niente, per loro, e poi parlano di federalismo, di auto-determinazione. Questa gente quali diritti ha?». Gli chiedono se possa servire un altro concerto, magari con la mobilitazione di altri cantanti. «Io non credo che ci debba essere sempre un concerto per affermare un diritto. Spaventa, invece, il vuoto istituzionale, al Formicoso c’è un assassinio bello e buono e nessuno fa nulla. Protestiamo, ci arrabbiamo. Ma chi c’è, qui, tra quelli che hanno deciso? Berlusconi parla solo di inceneritori. A chi arriverà, allora, il messaggio di questa splendida manifestazione?». C’è ancora temcpo, Vinicio, per salvare il Formicoso, gli chiede un giovane. «Non molliamo. Non so se ci sia tempo, ma il nostro tempo mettiamolo qui, in questa causa. Perchè è una causa giusta».

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