Caccia ai trenta capi della rivolta

Infiltrati nel corteo con il volto coperto dal casco La Digos acquisisce i blog e i fimalti sul web
29 settembre 2008 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Trenta irriducibili, un mandato preciso, una strategia messa a punto due giorni prima del corteo. Un dossier sulla guerriglia di Chiaiano, gli agenti della Digos che setacciano filmati, siti e blog di area antagonista. L’inchiesta sugli scontri di sabato notte a pochi passi dalla futura discarica napoletana svela l’altra faccia di una protesta svolta per ampio tratto con metodi pacifici: c’è una minoranza organizzata rimasta silente in questi mesi, che punta ora a riconquistare la scena. Sabato notte ha centrato il target: riportare Chiaiano sulle prime pagine dei giornali. Dimostrare a tutti che la partita non è finita. Una trentina di soggetti subentrati nel corso della manifestazione solo in un secondo momento, con il casco in testa e il volto travisato. Sono loro i registi dello scontro, che ha provocato cinque agenti ustionati da petardi e dieci contusi tra manifestanti. C’è una sorpresa nel dossier della Digos. Quelli che hanno tentato di sfondare nell’area della futura discarica (sito di interesse nazionale) non erano tra i segnalati, non erano tra i soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi. Le teste calde - il fronte dal quale era facile attendersi colpi di mano - sono rimaste in seconda linea: con la faccia ben in mostra, senza berretti o bandane, senza casco e con le braccia alzate. Come a dire: siamo qui, questa volta non c’entriamo. Una strategia pianificata? E chi sono allora i trenta irriducibili? La Digos del vicequestore Antonio Sbordone e di Francesco Moretta scava negli ambienti antagonisti. In via Medina, il giorno dopo gli scontri è dedicato alla ricostruzione dei profili individuali. Filmati, fotografie, relazioni di servizio. Non solo immagini televisive, ma anche i filmati in Internet che finiscono nell’informativa sui fatti di Chiaiano. Diverse le riprese dal basso, con voci e volti che verranno messi a confronto con quanto raccolto negli altri cortei di Chiaiano. Ci sono già punti fermi: prima che la falange dei trenta entrasse in azione, è iniziato il lancio di petardi che ha messo in moto la reazione della polizia. Gli esplosivi sono partiti da un’ala occupata da esponenti di «Sll» (sindacato lavoratori in lotta, ex disoccupati organizzati) e Carc (comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo), che potrebbero essersi fusi con altre componenti locali del no alla discarica. Attenzione anche sulle frange provenienti dal nord (Vicenza e Torino), che sanno recitare a soggetto quando il corteo diventa guerriglia.

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